In questa fredda – calda primavera, non ci sono solo fiori che sbocciano e rose rosse, ma sono più numerosi i tulipani neri. Ma c’è uno strano fenomeno, le piazze delle grandi metropoli vibrano e pulsano perché sono attraversate da forti tensioni sociali, foriere di divisioni tra estremi, che a ben vedere non giovano alla democrazia.
Più di qualcuno si è spinto ad affermare che: “in qualche modo quanto accade nelle piazze d’Italia è salutare, quasi auspicabile in un Paese in cui la dialettica sembra in preda ad un inesorabile declino, politico, culturale e sociale”.
A pochi giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento Europeo, si avverte il sentore che lo Stivale, non è solo sassi, ma a suo modo ha anche un anima.
Testimonial i servizi televisivi che evidenziano come a fronte di qualche punto “nero” a primeggiare sono i colori dell’Arcobaleno.
Per fortuna dalle periferie e dalle piazze storiche c’è non un mormorio di semplice protesta, ma una richiesta di partecipazione che nasce nelle periferie come Casal Bruciato ed altri quartieri emarginati e persino dal palazzo occupato Spin -Time, oggetto del blitz dell’Elemosiniere del Papa per ridare la corrente ai rilegati. Scavando, scavando, viene fuori che persino la marina snobba le disposizioni ministeriali quando si tratta di far sbarcare i migranti o salvare i naufraghi in mare. Sta accadendo come d’incanto, che centinaia di migliaia di giovanissimi, pacificamente, occupano spazi e piazze per rivendicare a gran voce politiche serie per il “futuro” del nostro Pianeta, che sta rischiando l’implosione sotto i colpi del cambiamento climatico.
Ciò che indigna è dover constatare che alla richiesta di dialogo, fa da contraltare culturale proprio il dicastero degli interni, visto che i manifestanti non hanno colore politico.
Ci rattrista dover constatare che, un rappresentate delle istituzioni della Repubblica, sembra essere sempre più attratto dal “giochetto” di battere i chiodi per crocifiggere i migranti.
Ma proprio questa è l’occasione in cui si sprigiona la forza delle “idee” che per natura nessuno può inchiodare a qualsivoglia “croce”, né può pensare di cavarsela riparando sui “due Ladroni”. L’ora di portare la croce e cantare nel coro non trova breccia nelle nuove generazioni, non è più tempo di mance, sussidi e prepensionamenti marchingegnati per prendere voti in uno Stato in bancarotta!!
Ormai il legno della Croce è cementificato ed è tanto solido da respingere i chiodi, sia se battuti dalla destra, sia dalla sinistra. Le pergamene della lista della spesa e i programmi faraonici che prescindono dal rispetto dei diritti umani, sono da accartocciare.
L’Italia rinasce solo se c’è una ragione superiore che la comanda. Non saranno i colpi di un “carpentiere” travestito con stivali e giubbotto, anche super attrezzato con sega a mano e/o circolare, vibratore elettrico ad immersione per calcestruzzo, vibratore a parete, martello, pialla, scalpello e chiodi, ad impedire la rinascita morale e materiale di un popolo che ha fatto la storia del mondo. L’Italia rinasce solo con la consapevolezza che i bambini mangino tutti assieme bianchi e neri, biondi e bruni, che per tutti vale la legge del mare anche per migranti che vanno salvati, che cadano tutti gli steccati e si illuminino con la stessa intensità paesi e città, che si cancellino tutte le strumentali differenze, affinché si affermino definitivamente le parità di ogni bene, tolleranza e convivenza siano laboratori di civile partecipazione non territori perduti della Repubblica.
Solo così il Paese diventa il Belpaese. Altrimenti saremo ancora uno “stivalenero” che copre meno di mezza gamba mentre il resto del corpo è ancora penzoloni sulla croce.
A.M.I.CO.