IL CAVALLO DI GARIBALDI – (A.M.I.Co.)

Ott 29, 2019 | Dalla Confeuro

È dilettantismo politico forzare il risultato del voto in Umbria, atteso che si è votato solo per il Governo della Regione, non per giudicare quello in piedi da un paio di mesi a Roma. Anche perché quello, il primo giudizio, lo avrà dopo la manovra economica ancora in progress. Senza necessariamente leggere i dati, desideriamo fare due considerazioni ad urne chiuse, sul carattere di questo voto.

Diciamo subito che la tendenza ansiogena indotta dai giornali e dalle tv e di conseguenza anche per gli attori politici della maggioranza su queste elezioni regionali, quasi fossero il giudizio di Dio sul governo Conte bis, appare esageratamente pilotata.

Sennonché, in Italia di “storicamente” è rimasto solo Garibaldi e il suo cavallo. Dunque: il voto locale va con una sua diversa logica per un’altra ragione: nel sistema politico italiano esiste una situazione duale, promossa e cristallizzata dai sistemi elettorali. Su piano locale vige la regola proporzionale supportata dal voto di preferenza, tranne che per i candidati sindaci e presidenti di regione, che fanno i collettori dei voti di tutti gli sherpa che li sostengono. Sul piano nazionale, anch’esso proporzionalistico, vige la regola della cooptazione, per capirci: delle liste bloccate.

Pertanto il cittadino sceglie il suo candidato, nelle assemblee comunali e regionali, costruendo un rapporto fiduciario che prevede anche la regola della revoca del mandato nel caso di sfiducia politica. Sul piano nazionale no: fanno tutto i capi-bastone compilando le liste con i più “allineati e coperti”, a prescindere da qualità e consenso popolare, poiché si presume che il voto venga dato dall’elettore non alle liste, ma al leader che le rappresenta.

Se domandassimo quanti ricordano il candidato eletto nella sua circoscrizione o nel suo collegio elettorale il 4 marzo 2018, senza ricorre al web? Vogliamo puntualizzare che è un sistema di cooptazione senza riparo: lo stesso elettore potrebbe veder ripresentato quel candidato che, una volta eletto col sistema della lista bloccata, non abbia soddisfatto per niente le sue aspettative: in questo caso si aprirebbe la scelta tra cambiare lista, dunque partito, o tenersi l’uscente un po’ loffio.

Lasciamo l’elettore nel suo dramma esistenziale e torniamo a noi: i sistemi elettorali diversi, come già detto, sorreggono due sistemi politici diversi che non si incontrano mai: il locale e il nazionale.
L’apparentamento con regole elettive diverse, resta un esercizio, una immaginazione, una scommessa su quanto vive un pesce fuori dall’acqua.

(A.M.I.Co.)