IL CAVOLO E LA CICOGNA

Nov 14, 2016 | NEWS

di Rocco Tiso.

I popoli del vecchio continente hanno, per diversi secoli, coltivato il cavolo. Le ragioni sono molteplici e rispondono prioritariamente alla
logica di programmazione dei contadini che equiparavano la semina
e il raccolto del prodotto alla tempistica di una gestazione.

Ci si sposava d’inverno, si seminava a marzo e si raccoglieva il cavolo dopo nove mesi, al pari del periodo dalla fecondazione che abitualmente avveniva in primavera per partorire in autunno.

Il cavolo è una crucifera molto ricca di vitamine e minerali ed è la pinta più nutriente del mondo con proprietà farmaceutiche rilevantissime. La favola
racconta che i neonati sotto il cavolo li porta la cicogna. Uccello maestoso bianco o nero con una apertura alare di oltre due metri.

“Con questo caldo le verdure stanno già spigando! – dice Peppe, un orticoltore della piana del bergamasco che si sfoga di buon mattina con Giovanni. Sempre la solita lagna, – ribatte Giovanni – hai sentito che per la prima volta nella storia, dopo il ministro Cavour, il palazzo dell’agricoltura si è dato un piano per spendere tutto – Export 50 miliardi e promozione di tutte le risorse spendi
bli. Per la prima volta ci sono interventi anche per gli agricoltori, dopo che
sono stati cancellati oltre mezzo milione di piccoli e impicciosi produttori di cibo, e poi i fondi europei – PAC -, ma quelli se li pappano i grandi!”

“Di questo ministro – negli nelle stanze dei bottoni – si dice che sia nato sotto il cavolo – in che senso – nel migliore in assoluto! Più di uno sostiene che ha tutte le proprietà proprie delle “crucifere”, e che è una mente; riesce a mettere insieme, carne, pesce, grano, frutta, vino e olio.
Ho capito è un ministro “mediterraneo”- Lo dicono in tanti che sei tardo di comprensorio, ma non Immaginavo fino a questo punto! Possibile che non focalizzi? Non solo un ministro ma tutto il governo ce l’ha calato la cicogna!

“Da quando comandano loro non più poveri né contadini, ninete IMU per i grandi latifondisti e nemmeno IRAP per la grandi imprese agroindustriali.
E poi la cosa più bella che ha fatto il nostro Presidente del Consiglio alla plenaria dei giallo-verdi è da antologia – ha adottato un FORMAGGIO – oooh: Giova’ – forse ti sei sbagliato con una PECORA? Sei il solito malpensante, perché il formaggio si fa solo dalle pecore? Sarà: comunque in giro circolano voci che Il virus delle filiere e della GDO ha colpito anche Il Bio con rincari di oltre il 300% dal prezzo all’origine. Eppure il governo le finanzia!”

Intanto sale la tensione, sul palco dei giallo-verdi un, esponente del partito di governo – uomo colto, legge di tutto e guarda il telegiornale. Smettetela e aggiornatevi e sopratutto innovate: non avete capito proprio niente delle leggi approvate all’EXPO, e poi, prima di criticare, avete già firmato la ‘”carta” e con voi anche – coca cola, la philip morris, quelli della McDonald’s – e tanti tanti altri industriali della nuova – agro bionica – del neuromarketing, del digitale – e poi la banda larga, il telematico e i Droni!.

“Il futuro è nella “carta di milano” che in teoria dice no agli OGM ma camuffati ce li farà ingoiare. Di fatto siamo nelle mani dei cinesi che producono quello che non riuscite a vendere voi. E poi solo votando un SI si salva l’Italia, l’economia, il sistema industriale, la ricerca e sopratutto ci sarà un grande mercato internazionale e si venderà di tutto a prezzi molto bassi! Non lo affermo io, ma è la legge della

Dal palco contadini e agricoltori ascoltavano con attenzione le novità introdotte nella nuova Costituzione e tutti rianimati aspettavano la conclusione del bellissimo discorso, dopo i tanti vota si, l’oratore scende dal palco.
Giovanni il lagnoso si avvicina al tribuno, dopo calci e spintoni con la scorta, domanda all.on. : scusi ma lei è di Calcinate di Bergamo? Il deputato annuisce. E allora Giovanni: allora lei è il Sig.Ministro? Si.
Volevo dirle che ha fatto bene a non parlare di Agricoltura. Ormai per gli Italiani l’agricoltura è un rischio, e quei quattro gatti che si ostinano a produrre cibo non fanno che lamentarsi. E poi non li ho mai incontra
ti a Milano, né hanno fatto la coda per firmare la carta e nemmeno li ho visti sotto il nostro albero! Meglio concentrarsi sul referendum. Ah – a proposito -, ora è tutto chiaro. Chiaro che? – chiede il ministro – Che la riforma l’ha fatta il cavolo e l’ha portato la cicogna, risponde Giovanni sorridendo.