IL GOVERNO COLOMBIANO SOSTIENE GLI AGRICOLTORI CHE RICONVERTONO I LORO TERRENI

Mag 18, 2017 | Dalla Confeuro

Un banano al posto di una pianta di coca. Un gesto simbolico per provare a lasciarsi alle spalle decenni di primato mondiale nella produzione e nell’esportazione di cocaina. Il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha lanciato così da Pueblo Nuevo, frazione del comune di Briceño situato nel nord-ovest del Paese, il nuovo piano per stimolare la sostituzione delle piantagioni di coca. Il provvedimento rientra nell’accordo di pace sottoscritto lo scorso novembre con i guerriglieri delle Farc, con l’obiettivo di porre fine a oltre mezzo secolo di conflitto armato, costato oltre 200mila morti.
Il piano di sostituzione delle piante da cui si ricava la cocaina prevede il pagamento da parte del governo di un sussidio mensile di un milione di pesos, circa 330 dollari, a tutti gli agricoltori che scelgono di abbandonare la coca, dedicando i propri campi ad altri tipi di colture. Il programma è stato avviato anche nei dipartimenti di Meta (nel nord-est) e Caqueta (a sud). In un anno si punta a sradicare 50mila ettari di coca: un duro colpo al commercio internazionale di stupefacenti, che ha nella Colombia uno dei suoi principali punti di partenza.
“Per la prima volta, la Colombia (…), il più grande produttore ed esportatore di cocaina da 30-40 anni, lancia un piano che offre una soluzione ai coltivatori di coca perché la sostituiscano con prodotti legali”, ha detto Santos dal paesino situato a circa 10 ore di strada da Medellin. Stando ai dati diffusi dal governo, il piano di sostituzione coinvolgerà 83.790 famiglie: “La pace ci permetterà di offrire loro una soluzione definitiva, strutturale, a lungo termine”, ha continuato il presidente.
Erano circa una trentina i contadini presenti a Pueblo Nuevo, accompagnati da mogli e figli, quando Santos ha simbolicamente sradicato una pianta di coca, sostituendola con un banano. Tra i presenti anche Pastor Alape, uno dei leader della guerriglia delle Farc: “Un milione di pesos è solo l’inizio”, ha affermato, sostenendo la necessità di “legalizzare la terra in modo che gli agricoltori possano avere accesso al credito” e “che i prodotti possano essere commercializzati”.
La presenza di Alape è una conferma della forza dell’accordo raggiunto tra il governo e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, che hanno ammesso di aver finanziato la loro lotta con il traffico di droga. Un’intesa travagliata, valsa ad ottobre un premio Nobel per la pace al presidente Santos, nonostante il risultato del referendum popolare che aveva bocciato la prima versione dell’accordo siglato nell’agosto 2016 e in seguito modificato, per andare incontro alle richieste
del fronte del “no”.
La Colombia, con 96.000 ettari di piantagioni, secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite è il primo produttore mondiale di foglie di coca e leader nella produzione di cocaina. Nel 2015 ne è stata stimata una produzione di 646 tonnellate.

Fonte: La Repubblica