IL PALIO DI STRASBURGO … SCHEDA BIANCA, BASTA CHE SE MAGNA …

Mar 15, 2019 | Dalla Confeuro

Qui dove di notte il mare luccica e i disoccupati toccano le stelle, qui dove tutti “mangiano” e nessuno si preoccupa, qui, tra le rose e il profumo della primavera, è tutta una festa l’Italia in attesa del voto. In palio una sedia a Strasburgo e tanti buoni propositi. Il tutto in salsa buonista per migliorare la nostra, meglio la loro Europa, da anni in promessa-terapia.

È un micro-mondo che vive il suo magico momento e festeggia con i fuochi d’artificio, visto che Domenica 26 maggio si vota con il proporzionale puro e le preferenze!!

Siamo un Paese di 60milioni di abitanti che eleggono circa 200 mila politici che raddoppiano con gli incarichi pubblici. Comunque il numero complessivo non lo conosce nessuno: è un po’ come il numero delle leggi italiane, di cui viene fatta una stima che va da 200mila all’infinito. E siccome nessuno è mai riuscito a contarle, ognuno può spararla più grossa.

In ordine alle differenze dei sistemi di voto, registriamo che vengono eletti col voto di preferenza i consiglieri dei comuni superiori a 15mila e quelli municipali, i consiglieri regionali e i deputati europei, mentre sono chiamati a ricoprire la carica col sistema a liste bloccate, solo i parlamentari nazionali.

Dalle 07:00 della mattina, 26 maggio, andranno a votare 3.860 Comuni, quasi il 50% del totale, 29 dei quali sono capoluoghi, 13 con più di 100mila abitanti. In più voteranno a fine marzo la regione Basilicata e il 26 di maggio anche il Piemonte. Che succede allora nell’immarcescibile panorama antropologico della politica “di contorno”, esclusi i portaborse?

Nulla e tutto! Viene allo scoperto un mondo vasto, di “quelli che portano i voti”, di quelli “ne ho fatti eleggere tanti”. Cosa offrono? Voti. Si fanno garanti di accordi con portatori sani di preferenze, organizzano il territorio, rendono possibile – o raccontano di saperlo fare – un rapporto tra candidato e corpo elettorale, cosa che nell’agire politico degli ultimi anni, specialmente a livello nazionale, è stato confiscato dai media.

Cosa chiedono in cambio? Beh, al netto dell’area dell’indicibile, che infatti possiamo solo immaginare, possono chiedere impegni di riallocazione politica e posti di sottogoverno.

È proprio nel voto per le Europee, dove si incontrano circoscrizioni elettorali di surreale sconfinatezza e candidati pescati da mondi remoti, del tutto inconsapevoli del come si possa cominciare a impostare una campagna elettorale, che il “venditore” dà il meglio di sé. Poi circolano voci del tipo che ha ripreso vigore la nostalgia dei – “postifici, appaltifici, consulenzifici”. Si tratta di strutture, un tempo gestite dalle terze file dei vincitori, utili per ricompensare gli amici e simpatizzanti a trovare una collocazione, un “posto” sicuro, nella pubblica amministrazione anche come segno per la fedeltà e l’obbedienza, tutto prepagato dalla carta Pay dallo Stato.

La cosa singolare è che, mentre il turn-over nel mondo della politica rappresentata nelle istituzioni, è diventato forsennato, per cui la permanenza media nelle assemblee elettive si è fatta corta, per i “bagarini” dei voti vale il detto “scheda bianca, basta che se magna”.