LA VITA NON HA COLORI – (Grazie Carola) – A.M.I.Co

Giu 27, 2019 | Dalla Confeuro

“Ho deciso di entrare nel porto di Lampedusa. Conosco i rischi, ma i 42 naufraghi a bordo sono esausti. Li porto in salvo”, annuncia su twitter prima di avviarsi.

Questa è una storia soprattutto di cuore, poi di testa. Dopo 13 giorni a inventarsi rotte a zig zag per passare il tempo in mare aperto, fuori dalle acque territoriali italiane interdette per i divieti del vicepremier leghista e i silenzi del resto del governo, Carola si rifiuta di riportare i migranti nell’inferno della Libia, un porto che solo Salvini ritiene sicuro a dispetto di quanto dicano l’Ue e anche l’Alto commissario Onu per i rifugiati (Acnur). Non li porta in Tunisia, né a Malta. Carola compie la scelta più indolore per la sua coscienza e per i naufraghi a bordo. Ma è la scelta più difficile per le conseguenze: sequestro della nave, arresto, multe? Conosce i rischi, eppure rischia. Disobbedisce. E, certa del clamore mediatico in Italia, solleva il problema di fronte all’Ue che resta indifferente.

Cuore, umanità e poi testa.(……..). I ragionamenti lasciano il tempo che trovano!
E in certi casi si compie la scelta che, a giudicare da come va il mercato dei voti oggigiorno, forse sarà la più criticata, soprattutto sui social e sempre dal fresco dell’aria condizionata che ti ripara dai 40 gradi all’ombra.

E’ una scelta di coraggio, contro-corrente. Si può dire. Nei suoi tweet dalla Sea Watch, Carola denuncia anche l’Europa che non accoglie e che ha praticamente fatto suo il piano di Salvini. Un esempio tra tutti: al G7 dei ministri degli Interni ad aprile a Parigi, il ministro francese Christophe Castaner, fedelissimo di Macron, ha usato le stesse parole del vicepremier italiano contro le ong che salvano vite in mare: “Complici degli scafisti”. Né gli altri governi stanno battendo un colpo, di fronte all’odissea della Sea Watch. In Germania, la patria di Carola, alcuni municipi si sono offerti di accogliere i migranti della nave battente bandiera olandese, ma il ministero degli Interni non ha dato l’ok, raccontano i media tedeschi. Olanda non pervenuta. Eppure Carola agisce secondo coscienza.

Fa disobbedienza civile: un concetto che oggi fa inorridire gli ammalati di sola legalità qualunque essa sia, ma che nella storia ha costruito resistenze vere contro (….) la “banalità del male”, l’indifferenza che porta a non giudicare, a non farsi domande e a obbedire. Disobbedienza civile: “praticata da minoranze organizzate, unite da un convincimento condiviso più che da una comunanza di interessi, e dalla scelta di protestare contro una politica governativa, anche qualora essa goda dell’appoggio della maggioranza”, scriveva Arendt, che osava addirittura proporre l’introduzione del concetto di disobbedienza civile nell’ordinamento, nel suo caso americano, in modo da dare pieno riconoscimento giuridico alle “minoranze di opinione” al pari delle lobby di interessi. Che scandalo. (…..)

A bordo della Sea Watch ci sono vite umane che chiedono aiuto. Quarantadue persone: Salvini le spoglia della loro umanità e le trasforma in figurine da campagna elettorale permanente. L’Europa resta muta, come sempre sull’immigrazione. Carola dice “no!”, come Rosa Parks che rifiutò di cedere il suo posto a un bianco sul bus. Anche lei menò scandalo nell’Alabama del 1955. Rosa è diventata un film, che ci fa commuovere nel ricordo delle battaglie per i diritti civili dei neri d’America. La Sea Watch è ancora realtà. Ma commuove poco, tanto che la politica respinge, accusa, al massimo non parla.

A.M.I.Co.
(Fonte ANSA – Angela Mauro)