L’Europa si mostra pronta con la nuova Politica Agricola Comune (PAC) 2021-2027 a supportare l’agricoltura nel percorso (già intrapreso) di conversione sostenibile dei processi e sviluppo eco-compatibile. Clima ed energia sono centrali nelle proposte avanzate dalla Commissione UE, che verranno discusse da Parlamento e Consiglio UE e su cui si stanno confrontando il Ministero italiano dell’Agricoltura e le Regioni.
L’obiettivo è destinare sempre più risorse – non solo PAC, quindi, ma anche Horizon 2020, ad esempio – all’agricoltura di qualità, tracciata, biologica e “sempre verde”, con una maggiore capacità di assorbimento delle sostanze nocive. Perché quello agricolo è tra i tre settori più inquinanti oltre a riscaldamento e trasporti: “La PAC viene decisa a Bruxelles, dove si fissano grandi obiettivi e una serie di strumenti per raggiungerli, e, con una certa flessibilità, calata sulla singola nazione”, ha commentato ieri Giuseppe Cornacchia, Responsabile dipartimento sviluppo e territorio CIA, durante il convegno di presentazione del progetto “CAPsizing per la resilienza climatica” promosso da Kyoto Club in collaborazione con la Commissione UE (vedi la video intervista a Sergio Andreis, Direttore Kyoto Club). Ciascuna nazione, oltre a ricevere le risorse in base alle singole esigenze, “stabilisce come usare e verificare questi strumenti tramite degli identificatori precisi. Ciò significa che in Italia dobbiamo imparare a pianificare”, ha proseguito Cornacchia, e che “Regioni e Stato non devono più litigare”.
Di buoni esempi, che crescono su spinta dal basso a discapito della carenza normativa provocata dalla mancanza di programmazione, ce ne sono già tanti: 30 biodistretti solo in Italia e 150 in UE. “Il biodistretto rappresenta un patto tra agricoltori e amministratori publici per la gestione sostenibile delle risorse – naturali, economiche, umane – che si ispira all’agricoltura biologica e all’agro-ecologia”, ha spiegato Salvatore Basile, Presidente di International Network of Eco Regions (IN.N.E.R). In questo quadro, ha proseguito, è centrale il consumatore consapevole “che deve iniziare a porsi domande quando pensa all’alimentazione e a cosa viene impiegato, se additivi chimici derivanti dal petrolio o fertilizzanti naturali”.
“La sostenibilità è permettere a un’impresa agricola di essere ambientalmente attiva”, ha commentato Francesco Ciancaleoni, Area Ambiente e Territorio Coldiretti. Protagonista l’agricoltore che oggi è una figura multifunzionale “e non si esaurisce nella produzione di una commodity” ma guarda al turismo e al dialogo col territorio pur tenendo alta l’attenzione sul fattore competitività “concorrenza dei Paesi extra UE che hanno una normativa meno competitiva”.
Il momento giusto per dettare il modello di sviluppo è oggi, perché “siamo in una fase di cambiamento in cui occorre individuare un percorso graduale di cambiamento”, ha rimarcato Maria Grazia Mammuccini della Presidenza di Federbio. L’agricoltura di precisione, che è uno dei modelli cui ispirarsi, “è importate per la riduzione degli input energetici e per la resilienza climatica, però non è quello cui fare riferimento – ha proseguito – Lo è l’agro-ecologia perché mette al centro l’agricoltore, e non la tecnica, che sa trovare e scegliere le soluzioni più innovative calate sul territorio”.
Il biologico poi, attrattivo per i tanti giovani che si affacciano nel mondo del lavoro, è sempre più d’appeal perché lascia margini d’azione in termini di competitività: permette di produrre “cibo ad alta qualità dal punto di vista ambientale, che consuma poca energia, poca acqua e poca chimica – ha spiegato Angelo Gentili, Responsabile agricoltura Segreteria nazionale di Legambiente – Oggi 8 famiglie su 10 hanno consumato almeno una volta prodotti bio e 1 su 2 li acquista abitualmente”. Pensando ai terreni “sempre verdi” la canapa va configurandosi come una valida alternativa. Si dice possa “avere un grosso sviluppo anche nella politica agricola europea se messa in rotazione con grano e cereali in generale”, ha spiegato Beppe Croce, Presidente di Federcanapa, visto che è “una pianta che migliora il terreno grazie all’apparato radicale e che naturalmente combatte lo sviluppo di infestanti evitando l’impiego di pesticidi ed erbicidi”.
Fonte: Ansa