L’ANTIBIOTICO DEL MONDO SI CHIAMA “VERDE” (Iniziativa Comune)

Ott 11, 2018 | Dalla Confeuro

Solo in Europa l’incuria sulla lotta all’inquinamento che in un anno, miete 400 mila vittime!!
Da più parti giungono grida, anche di disperazione, il pianta via via, con l’evolversi delle civiltà non risponde, non si difende, ci sono segnali di cedimento su tutti i fronti aria, acqua, sole, terra, il depauperamento è ovunque.
Gli osservatori più scrupolosi richiamano l’attenzione delle Istituzioni, ma anche ai cittadini, di adeguare i comportamenti e il modo di porsi con il Pianeta, perché la devastazione in atto potrebbe portare gli ecosistemi al collasso. Il Belpaese si sta imbruttendo, vanno ripensate campagne, contrade e città ed in primis la concezione dell’ambiente.
Il nuovo rapporto sul clima è basato su migliaia di ricerche scientifiche, dice che contro il riscaldamento globale non c’è più tempo da perdere e che i prossimi 12 anni saranno cruciali per evitare che l’aumento della temperatura media globale sia superiore a 1,5 °C. Quel limite è ritenuto una soglia si sicurezza accettabile per avere effetti contenuti e gestibili, riducendo i rischi che comporterebbe un aumento fino a 2 °C.
Mezzo grado centigrado di differenza può sembrare poca cosa, ma il rapporto mostra che è sufficiente davvero poco perché decine di milioni di persone in più soffrano le conseguenze della siccità, delle ondate di caldo e delle inondazioni lungo le aree costiere. In quel mezzo grado, ci potrebbe essere la differenza tra avere ancora barriere coralline vive e la presenza di ghiacci nelle estati Artiche o vivere in un pianeta senza coralli, con gravi danni per gli ecosistemi marini, e senza ghiaccio al Polo Nord per ampi periodi dell’anno.
La verità ci impone di evidenziare che non c’è consapevolezza, nemmeno dinnanzi a catastrofi che sono causate dall’uomo. Eppure i benefici del verde incidono positivamente sulla salute dei cittadini, perché parchi e giardini incitano a fare attività fisica, a ridurre lo stress e contemporaneamente migliorano la qualità dell’aria. Complessivamente con più verde si ridurrebbe la spesa sulle cure mediche. Gli spazi verdi nelle città combattono le isole di calore e la traspirazione riduce l’inquinamento.
Il punto dolente lo rende noto l’Agenzia Europea dell’Ambiente, in Europa in un solo anno l’inquina mento miete circa 400 mila vittime. Dopo l’anamnesi e analisi la diagnosi prescrive una terapia a base di microbicidi. L’antibiotico si chiama “verde“ e salverà il mondo? Ma da solo non basta, devono intervenire massicciamente istituzioni e cittadini e ognuno deve fare la propria parte. Bisogna monitorare i cambiamenti ambientali e governarli per mitigare gli effetti sulle persone e la salute. Si deve guardare al futuro attraverso misure e azioni che possano permettere di ottenere risultati importanti per la qualità della vita attuale e per quella delle future generazioni.

Ma nella sua mission, il verde diventa anche strumento di salute sui malati di cancro che hanno utilizzato le “terrazze terapeutiche”, vere e proprie terrazze piene di piante che aumentano, già visiva mente, la percezione di vitalità che può contribuire positivamente nel percorso di cura.
Occorre sensibilizzare anche i Comuni che devono iniziare a ragionare in termini di infrastrutture green e di servizi ecosistemici nelle aree urbane, immaginando criteri e linee guida per la promozione di foreste urbane e periurbane coerenti con le caratteristiche ambientali, storico-culturali e paesaggistiche dei luoghi.
Un ruolo importante per l’ambiente lo ricopre l’informazione, basta ricordare le vittime delle terre dei fuochi, perché in Italia non c’è solo la Terra dei Fuochi che tutti conosciamo. Ci sono tante altre drammatiche realtà, al nord come al sud e in altre zone d’Italia, spesso senza che nemmeno i cittadini ne siano realmente a conoscenza. A morire senza colpe sono bambini, adulti e mamme inconsapevoli di vivere in luoghi nefasti, dove la legge viene scritta nell’ombra dalla signora in nero.
Con una informazione puntuale e con le giuste attività, il verde si candida come misura per salvare il Pianeta. Parlando di natura e dei segreti del vivere sani, immersi in un mare limpido o godere l’odore della pioggia dopo un temporale, la comunicazione diventa il veicolo silenzioso che non inquina e ci svela come si sprigiona quel profumo pieno e nostalgico che si scatena ogni estate subito dopo un forte acquazzone, che colpisce le narici generando grandi ricordi.
Gli inglesi dicono “fresh-rain smell”, cioè il profumo lasciato dalla pioggia dopo essere caduta.
La spiegazione è scientifica: l’odore della pioggia, anche detto petricore, è il risultato di un cocktail di componenti chimici, tra cui anche olii di piante. Ma l’ingrediente più importante è la geosmina, un composto biciclico prodotto da alcuni batteri che vivono nel suolo e attaccano qualsiasi cosa entri in contatto con il terreno.
Questo succede solo dopo un temporale, tutta colpa della secchezza del terreno: rallenta la produzione della geosmina. Per cui, appena arriva un po’ d’acqua, l’attività dei batteri riprende a pieno ritmo, facendo sì che l’odore salga subito a colpire le narici dei passanti.
Questa e la natura che consapevolmente dobbiamo consegnare ai bambini che verranno, contro ogni logica, profitto e convenienza. Di tutto questo però, prima dei privati si deve fare carico lo Stato, che non è fatto solo di immagini, istantanee o selfie per raggirare le vittime designate?
Registriamo comunque che anche i pionieri del cambiamento sono allergici ai problemi del futuro, atteso che per il presente hanno deliberatamente pattuito che la natura e l’ambiente sono in subordine alle politiche ballerine più votate a seminare odio con la presunzione di generare tempeste, per abbattere l’Europa. Gli italiani vengono dopo?
Gruppo di Cooperazione e di Proposte