E pensare che per giustificare “le larghe intese” si è parlato per mesi e mesi di quei famosi misure urgenti per rilanciare l’economia: sarà per questo che dal nuovo governo non è stato varato nessun provvedimento economico, della legge elettorale non se ne sente più parlare e non si è discusso altro che di poltrone e ruoli.
L’urgenza di un governo si è rapidamente trasformata nell’occasione per un sodalizio di interessi che ha posto fine alla guerra fredda e fatto alzare in alto calici, ma che di fatto non ha dato nessun miglioramento alla vita dei cittadini. D’altronde non era difficile prevederlo visto che i due partiti principali (fatta eccezione che per gli incarichi istituzionali da occupare) non fanno altro che porsi veti a vicenda e giocare alla guerra di dichiarazioni a mezzo stampa.
Intanto però, se mai al premier Letta dovesse venir voglia di affacciarsi dalla finestra e vedere cosa accade fuori, le imprese chiudono a centinaia ogni giorno, la metà dei pensionati guadagna circa 500 euro al mese, la disoccupazione giovanile è ai suoi massimi storici e la pressione fiscale ha raggiunto livelli insostenibili; la domanda che nasce spontanea è quindi questa: ma quando finirà l’epoca del bivacco?