LETTERA DI UN PENSIONATO AL CAPO DELLO STATO

Feb 8, 2018 | Dalla Confeuro

Elezioni del 4 marzo: tra i Millenans che andranno alle urne per la prima volta e quelli che hanno rinunciato al diritto/dovere del voto stanchi, provati e disillusi da uno Stato che latita da decenni: le motivazioni di un pensionato in una missiva indirizzata al Presidente Mattarella.

La lettera del pensionato a Mattarella: “Il 4 marzo non voterò, lo Stato mi ha tradito” Rolando Sartori, 80 anni da Follonica (Grosseto), pensionato dell’Italsider, invalido del lavoro, si sente schiacciato dalle tasse, e non riceve gli aiuti di cui ritiene di avere diritto. Ha quindi restituito il certificato elettorale suo e della moglie: “Basta, ora basta”
“ILL. MO Signor Presidente, forse mi riterrà un insolente, anche se è ben lungi da me il solo immaginarlo, se non altro per il rispetto che Le debbo come cittadino e, mi consenta, per l’ammirata considerazione che io, democratico cristiano, ho sempre nutrito per la famiglia Mattarella, per il suo impegno politico e l’alto senso di civismo, caparbiamente portato avanti, senza flettere, fino all’estremo sacrificio. Non avrei voluto disubbidire alle sue sollecitazioni a non disertare il voto ma, mi creda Signor Presidente, in tutta franchezza, la maggior parte di noi vecchi, pensionati ed invalidi, non ne può più di essere presa, consciamente, in giro, violentata, offesa ed umiliata nella sua povera dignità di vecchi lavoratori” […]
Ma, come milioni di altri italiani, non ne posso più davvero: ho 80 (ottanta) anni, sono un grande invalido del lavoro ed invalido civile al 100%, senza, per quest’ultimo, percepire un ‘picciolo’ o uno dei tanti ‘bonus’ perché 1.300 euro di pensione (sulla quale pago 700 euro di IRPEF) debbono bastare a me e mia moglie. Fino al cancello del cimitero andrò in carrozzella a rotelle finché gravi patologie cardiovascolari e una grave insufficienza renale cronica di grado 5° (dialisi o trapianto) me lo consentiranno.
Rolando vive con la moglie (78 anni), invalida civile e portatrice di handicap.
Nessun ‘bonus’, nessun aiuto economico o controversa assistenza pubblica regolata da un Isee che mi vuol ricco per forza per quei 1.300 euro ed altri 500 di accompagnamento dai quali lo Stato trattiene mensilmente il costo dell’ospedalità. Nessun aiuto pubblico per un terapeuta, per una giornata d’una badante che, per questo Stato dovrei pagare tutto con quei maledetti 1.300 euro, frutto di contributi veri, versati e guadagnati con il sudore, col sangue e con la salute.
Il pensionato ha deciso così di restituire i certificati elettorali suo e della moglie. Basta prese in giro, dice. “Basta, umilmente, basta”.

Fonte: Quotidiano.net