L’ULTIMO SASSO IL RUMORE DEI SILENTI

Feb 16, 2018 | Dalla Confeuro

Il rumore dei silenti è ancora rombante, nulla si legge nei programmi elettorali, mancano proposte innovative per le pensioni dei giovani e quel che più conta indicazioni di come incoraggiare la crescita dell’economia (sempre sotto la media UE) e dell’occupazione – chiave di volta della sostenibilità previdenziale.

Ci ritorna in mente e domandiamo: quanti sono i silenti nei conti Inps e come vengono utilizzati i loro versamenti? È argomento di cui si parla poco, molti lo ignorano e molti altri fanno finta. I silenti sono coloro che non maturano i requisiti pensionistici e che quindi al termine della loro vita lavorativa non percepiscono la benché minima pensione. Ben sette-otto milioni di italiani rischiano di rimanere senza pensione a causa dell’incremento da 15 a 20 anni dei contributi minimi da maturare per collocarsi a riposo varato nel 1993. Silenti, quindi, innocenti perché l’aumento dei requisiti, effettuato, per decreto legge, in un momento di grave crisi sarebbe dovuto essere temporaneo e invece è diventato strutturale.

L’Italia ha i requisiti più alti al mondo (in termini di anni di versamenti di contributi per poter fruire di una pensione: rispetto ai nostri vent’anni, negli Usa e in gran parte d’Europa si richiedono non più di dieci anni. Si parla di una falla da ben 10 miliardi di euro, a tanto ammontano quei contributi, che se l’Inps fosse costretta a restituire ai lavoratori rischierebbe il default. Un bel guaio per l’Inps, ma anche e soprattutto per coloro che hanno avuto carriere brevi o che emigrano all’estero e “lasciano” i versamenti in Italia o, peggio ancora, che muoiono prima di avere adempiuto ai requisiti, abbandonando i familiari senza alcuna tutela.

I silenti sono soprattutto donne, ex lavoratori autonomi, stagionali, professionisti con una vita lavorativa irregolare, categorie destinate a crescere con l’aumento del precariato e dei contratti a termine. Questi dati fanno emergere tutta la superficialità con cui sono state redatte le riforme previdenziali. Lanciamo l’ultimo sasso in uno stagno che per anni è stato volutamente ignorato. Si annunciano azioni giudiziarie. E legislative.

GRUPPO DI COOPERAZIONE E PROPOSTE