METTI UN SINCERO, TOGLI UN VENDUTO. SCANZATI DAI CAMALEONTICI … SE SCAVI IN FONDO RITROVI L’ITALIA

Gen 9, 2018 | Dalla Confeuro

Antoine Lavoisier, filosofo, chimico, economista francese, già nel 17°secolo, enunciò la prima versione della legge di conservazione: “Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Come non dare ragione poi all’inventore della bomba H – Einstein – quando enuncia la teoria della relatività- . Nell’era del trasformismo, come non mai, trova riscontro il pensiero scientifico. Anche tra gli umani certe caratteristiche si stanno radicando, basta verificare cosa sta succedendo negli ultimi tempi.
Spesso riusciamo a modificare il nostro modo di essere; in funzione degli interessi che abbiamo, riusciamo a modellare i nostri pensieri e le nostre convinzioni. Un ruolo determinante è rappresentato dal nostro “IO”. Alcuni lo fanno, più spontaneamente, altri “mutano” in maniera cadenzata asservendo i cambiamenti ad una forma di tornaconto egoistico che giustifica speculativamente anche evidenti, quanto madornali nefandezze. Altri ancora, che sono un misto informe tra i due tipi precedenti, sono cromosomicamente asserviti ad una sorta di predisposizione innata, non tanto per il cambiamento, ma soprattutto per l’adattamento. Variamente definiti, con termini che spesso ricordano parti poco nobili del corpo umano.
Per evidenti ragioni la categoria testé descritta non è d’esempio, per cui con attenzione ritorniamo sulle due specie, ovvero i camaleontici per ragionamento ed i camaleontici per istinto. Questi ultimi vanno in parte compresi, in quanto il loro cambiamento avviene a causa di una totale mancanza di capacità di gestire emozioni e sentimenti. Tutto viene fatto per istinto e non per calcolo.
I più complessi e pericolosi sono i soggetti che si trasformano scientemente. Assumono un atteggiamento mansueto ed accomodante, riescono a camuffare interessi con la mistificazione dei componenti e in questo modo prendono in giro ed ingannano coloro che ignari hanno riposto in loro fiducia e speranza.
Di banderuole nella nostra storia politica, ma anche nel mondo dei corpi intermedi – organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e autonomi – ce ne sono tantissime. Assieme ai ragionanti, reggono i pilastri della penisola italica “mutanti e replicanti”, i primi si dividono in due categorie: sincero e venduto.
A – il sincero ha i suoi tempi generalmente lunghi, nei quali il tasso di conflittualità con il suo gruppo tende al massimo fino ad una conseguente rottura irreversibile. Il venduto, agisce freneticamente ed è pronto in ogni momento al salto della quaglia, cioè a cambiare casacca turlupinando, anche con i sostenitori e i collaboratori più stretti.
B – il sincero affronta le questioni d’ordine politico o sindacale, sociale e morale esponendo il suo parere – anche in dissenso – con l’impostazione del suo gruppo politico. Il venduto resta invece nel vago: per il bene dell’Italia, per le responsabilità, per la democrazia, per i lavoratori, per i disoccupati, per i cassintegrati, gli esodati. E poi: i figli, il futuro, la Repubblica, la continuità delle Istituzioni, la libertà per la continuità di un impegno ecc.
C – tutti sono appartenenti alla categoria dei “superiori” – tribuni, onorevoli, ministri, statisti, lungimiranti, segretari, generali e non, strateghi del potere, uomini garantisti e depositari di parte o di tutto lo scibile umano, indispensabili, insostituibili, eterni per la storia ed indimenticabili. Eppure un po’ tutti vengono tacciati d’infamia, e con il tempo, del venduto resta immutata e marmorea l’immagine da cui non si intravede un minimo d’ombra di dignità.
I Replicanti abbracciano tutte le categorie. Lo dimostra l’incapacità assoluta di interpretare i bisogni dei cittadini. Gli Italiani prioritariamente chiedono meno fisco e più lavoro. Meno prebende, niente elemosine, nessun velo pietoso e nemmeno carità strumentale.
Per lucidare lo Stivale occorre un poco di coraggio, comportarsi con lealtà, agire nella legalità e soprattutto, senza sbandierarla ai quattro venti, un pizzico di onestà.
Una manovra che risana e fa crescere l’Italia a costo “0”. Oltre il rimborso spese a piè di lista a parlamentari, ministri e qualche sotto.