NIENTE A MIO NOME

Lug 27, 2017 | Dalla Confeuro

In questo Paese, basta salire le scale del palazzo, per sentirsi depositario del mandato di tutti, praticamente lo stakeholder dello Stivale.
È un virus contagioso che attacca destra, centro e sinistra, indipendentemente dai colori della casacca che indossano. Anche se la pensi diversamente, non sei assolutamente dello stesso parere, sei praticamente all’opposto, non hai diritto di parola, piuttosto non ti permettere di dissentire, altrimenti ti cancellano l’esistenza.
Ti conviene stare zitto e, se tenti di muovere le labbra o addirittura emettere un suono, se non taci, ti faranno tacere per sempre. Non in senso minaccioso, ma ti zittiscono azzerando il volume o spegnendo le telecamere, cestinando la corrispondenza e deviando la posta via e-mail.
“Not in my name”, dice un famoso slogan, e oggi questo slogan lo sento mio come non mai. Sono stufo, spazientito e stanco di ascoltare cose non dette, di essere accomunato come adepto di chi si permette di generalizzare tutto e tutti, sia nel bene che nel male.
Francamente è inaccettabile che politici, ciarlatani e impostori della democrazia fanno di tutto per farci passare tra coloro che non hanno e non credono o non hanno più quei valori che hanno fatto da collante nella storia.
Non si dica altro a mio nome, ognuno parli per se e, non abusi della carica.
Questo modo di agire non è solo un attacco alla libertà di espressione, ma è un attacco ai valori democratici che ci tengono insieme. L’Europa è formata da cittadini multi etnici, anche se il vecchio continente è claudicante e i problemi non mancano, ma siamo uomini liberi e riconosciamo le nostre responsabilità.
I signori che stanno occupando le istituzioni della Repubblica, ottenuto lo scopo, parlano, annunciano e promettono a nome di tutti e, più di uno, azzarda a “nome del popolo” solo perché siedono sulle poltrone dello Stato.
Non si parli a mio nome; l’arroganza, la rabbia, l’ignoranza, le ingiurie, la violenza morale, il tuttologismo e le imprecazioni di scopo non mi appartengono, né tampoco è sopportabile la cantilena delle buone intenzioni e l’arte di camuffare i problemi che attanagliano il Mezzogiorno ma, gli interventi pubblici vanno in direzione opposta e solo agli intimi snocciolatori del “rosario”
Non mi rappresentano i processi sommari o le truppe cammellate al soldo delle Signorie che pontificano dagli scranni del “potere”. A parlare è la storia che riporta le strumentalizzazioni dei criminali di guerra della Bosnia, che si sono arricchiti camminando sui cadaveri della povera gente mandata al macello, solo perché qualcuno gli aveva fatto credere che quello era l’unico modo per far rialzare la testa al proprio popolo. Se le nefandezze si ripetono, è palese che sono ancora in tanti che fingono di non conoscere quel tempo in cui la storia è scritta col sangue.
Mi identifico nelle tante iniziative di resistenza civile, umana e culturale di cui nessuno parla perché non urlano abbastanza, non sfasciano tutto, non fanno danni, ma capaci di fare solo del bene. Mi immedesimo con i senza lavoro, mi trovo bene con i lavoratori onesti, i ricercatori, gli studiosi, i volontari e le associazioni non lucrative.
Riaffermo il mio impegno alla lotta culturale non violenta contro una politica marcia, ignorante, sorda, cieca ed egoista, ma senza mai smettere di difendere la Costituzione Repubblicana che rappresenta tutti noi di oggi, di ieri e quelli di domani.
Chi finge di agire per gli altri, ma poi si scopre che fa i propri interessi, abusando delle difficoltà dei cittadini, e tollera o gira la testa dall’altra parte di fronte alla violenza “amica”, perché la vede agire in direzione dei propri obiettivi, non mi rappresenta.
Ognuno parli per sé e a suo nome, indipendentemente dalla poltrona che occupa, o dall’incarico per grazia ricevuta.
Di me e degli altri come me, non si parli, né si può girare la frittata a proprio piacimento, né sopporteremmo l’ennesimo raggiro, noi chiediamo e guardiamo i “fatti”. Ove continuassero i misfatti, siamo pronti a scalare anche la montagna, disarmati e senza piccozza; l’arma non ha importanza, ciò che conta é arrivare in cima con le idee giuste e la convinzione di agire nel giusto solo se a giudicare siano gli altri.