Il rischio che anche la prossima manovra al vaglio del governo ricada sulle categorie più deboli e sugli agricoltori è, vista la continuità con l’esecutivo precedente, un qualcosa di estremamente concreto.
Tutta la propaganda sulla necessità di ridurre i costi della politica si è presto esaurita e si è velocemente ritornati ad aumentare a dismisura l’incidenza della burocrazia e ad attaccare le strutture di sostegno alla cittadinanza come i patronati, i caf e i caa.
Lo stesso mondo agricolo, costantemente lusingato in epoca di campagna elettorale, è stato nuovamente abbandonato e svenduto agli interessi delle multinazionali dell’agroalimentare. Ma non è tutto: ora c’è il concreto rischio che il primario venga nuovamente surclassato dall’incidenza di nuove manovre di contenimento della spesa che, in realtà, sembrano varate appositamente per mantenere i vizi e i privilegi di categorie già ricche quanto improduttive.