La PAC 2023-2027 ha introdotto il Sostegno ridistributivo al reddito, un supporto extra per sostenere le aziende agricole di piccole e medie dimensioni. Nello specifico il sostegno cerca di aiutare le aziende sotto i 50 ettari con un elargimento di 81,7 euro ad ettaro per un massimo di 14 ettari. Restano quindi escluse dal provvedimento le aziende molto piccole, sotto a 1 ettaro e quelle più grandi di 50 ettari.

Comprendiamo i buoni propositi ma constatiamo un’oggettiva difficoltà interpretativa e una burocrazia farraginosa. L’impianto complessivo della Nuova PAC è condivisibile nei propositi e nelle finalità ma oltre ad essere di complessa attuazione amministrativa, è probabilmente superato dall’evolversi degli scenari politici mondiali che ovviamente riguardano anche l’approvvigionamento alimentare dei singoli Stati.

In questi giorni si sta svolgendo un lavoro poderoso per cercare di trasferire le novità agli imprenditori agricoli e ai coltivatori, visto che siamo a soli 45 giorni dalla scadenza della presentazione della domanda unica di pagamento, ma sinceramente ci chiediamo se tali sforzi siano realmente produttivi per l’accrescimento del valore reddituale e della tutela della biodiversità del Paese.

Condividiamo l’impostazione del Governo per la tutela della denominazione della qualità dei prodotti italiani ma sollecitiamo una profonda riflessione sulle difficoltà di trasferimento delle risorse della Pac verso i produttori agricoli, considerata la mastodontica macchina burocratica che ne dovrebbe gestire le risorse.