PEPERONI BIANCHI AD ALTA QUOTA

Set 28, 2018 | Dalla Confeuro

Siamo a Casaccia nel più grande complesso di laboratori ed impianti dell’ENEA, lago di Bracciano.
Circa 1000 ricercatori, impegnati in particolare sui temi legati a efficienza energetica, fonti rinnovabili, fissione nucleare, ambiente e clima, sicurezza e salute, nuove tecnologie, nuovi materiali, sviluppo sostenibile, innovazione del sistema agro-industriale, ricerca di sistema elettrico, nonché sulle attività di logistica del Programma Nazionale Ricerche in Antartide.
Qui gli esperti in efficienza energetica hanno dimostrato che le coperture vegetali sui tetti dei giardini pensili contrastano eventi meteo estremi.
Anche in inverno funzionano assorbono fino al 50% di acqua piovana e ne regolano il deflusso nel sistema idrico della città: sono queste le due principali funzioni “invernali” sia delle coperture vegetali sui tetti che dei giardini pensili, che riescono a generare anche una ventilazione naturale lungo la superficie esterna degli edifici, mitigando l’umidità causata dalla pioggia. I risultati sono stati evidenziati dagli esperti di efficienza energetica del Centro Ricerche ENEA Casaccia. E proprio nel Centro ENEA Casaccia, sul tetto della “Scuola delle Energie”, è stata realizzata una copertura vegetale sperimentale: uno spessore di terreno di appena 20 cm accoglie piante resistenti sia all’aridità del suolo che al freddo.
Dai dati diffusi dal Centro ENEA, si puntualizza che, tetti e terrazzi rappresentano il 20% della superficie totale delle città e ricoprirli di vegetazione avrebbe un impatto significativo sul microclima urbano in estate, permetterebbe, infatti, di contrastare il fenomeno dell’isola di calore urbano, che porta a differenze di temperatura tra città e campagna fino a 5 °C a causa del riscaldamento del manto stradale e della climatizzazione delle abitazioni.
E poi quelli di Bruxelles, incoraggiano questa non ben definita Agricoltura di fantasia, per la riduzione dei consumi legati al riscaldamento e al raffrescamento, che rappresentano il 40% dei consumi totali di energia.
Ci viene spontaneo affermare, basta coltivare la terra di Terra, il futuro è sui tetti di terra. Si perché la Commissione europea finanzia la diffusione in città di tetti e pareti verdi, giardini pensili, siepi e alberi. Per la prima volta in Italia, la legge di bilancio 2018 ha previsto il cosiddetto “bonus verde”, che consiste in una detrazione IRPEF delle spese sostenute per la “sistemazione a verde” di aree scoperte di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze e recinzioni.
Questo provvedimento ci sembra importante, anche se resta qualche dubbio:
La Commissione per la PAC 2021 – 2017 ha con vigore imposto una riduzione del 5 – 6 per cento delle risorse destinate all’agricoltura umana, per finanziare l’agricoltura sospesa, pensile e sui terrazzi.
Le innovazioni sono importanti, ma quando costa a metro quadro un campo da coltivare sul terrazzo? Perché per le piccole aziende a condizione familiare sono anni che non si scrive un rigo, se non per cancellarle?
Possibile che su 1000 ricercatori nessuno ha pensato come migliorare le produzioni di Terra terra?
Tra l’altro non riusciamo ad immaginare alberi su grattacieli, distese di verde, piantumazioni di querce di alta collina, uva regina, melanzane, cavolfiori, broccoletti di Bruxelles, finocchi, ciliege e lattuga pronti da raccogliere – ci sale anche il dubbio di come fare dopo la raccolta, mezzi volanti o mezzi rotanti?
Qualcuno ci dica perché la politica agraria non predilige la naturale vocazione della Terra, che favorisce agroindustria e latifondo fantasie sui tetti ma impoverisce territori e abbandona chi
è nato e coltiva la terra, cura l’ambiente, protegge la natura, da il valore alle tipicità delle produzioni, preserva la biodiversità, eppure non viene considerato e niente risorse pubbliche.
Qualcuno ci dica perché si vuole rescindere il legame con la storia dei luoghi che il prodotto assume attrazione e valore di mercato.
È con le buone e salubri pratiche agricole che l’armonia tra produzioni, territorio e Comunità si trasforma in valore economico collettivo. È con la piccola e diffusa proprietà fondata sulle tipicità e sulle vocazioni naturali dei territori che il reddito si distribuisce e si mantiene nel tempo.
Quelle scelte politiche che non si fondano sulla restituzione dei Beni Comuni e delle naturali vocazioni della Terra alle future generazioni compromettono il futuro dell’agricoltura e delle Comunità.