P O P – C O R N – VERSO UN PARLAMENTO CINESE (Iniziativa Comune)

Set 28, 2018 | Dalla Confeuro

Oggi i frequentatori di Montecitorio fanno il ponte. Non solo oggi, precisa un deputato della Trinacria, questa settimana niente Aula, solo giovedì per tre mozioni delle opposizioni, che protestano. Improvvisamente la mente vola e si ferma a G.Sorel: l’insofferenza contro l’intermediazione parlamentare che trascino alla deriva dell’«aula sorda e grigia». Meglio di Sorel, CASALEGGIO junior: «In futuro il Parlamento sarà inutile». Chi va oltre è il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri – in quota Lega – Giancarlo Giorgetti: «Il Parlamento non conta più nulla». Prima della chiusura del sipario, intervengono le suggestioni del Comico (B.Grillo) che rilancia sulla demarchia: — Parlamentari Sorteggiati –.
Dev’essere un ponte lungo, del tipo Scilla e Cariddi? A mezzogiorno in buvette, alcuni commessi che si annoiano. Altri dormono sulla poltrona nell’aula dei giornali.
Restiamo sbigottiti, increduli. Un parlamentare, ci dice: “Tutto normale, è il deserto abituale dei lunedì di Montecitorio”. Se non fosse che ormai si lavora al ralenti tutta la settimana. Dopo le ferie estive quasi record (35 giorni), le statistiche di legislatura (paralizzata per tre mesi dalla formazione del governo) registrano un crollo dei provvedimenti, delle sedute, dei disegni di legge.
A difendere gli emicicli c’è il Ministro dei rapporti per il Parlamento, si affretta a spiegare ad un giornalista che: «Non è vero che lavoriamo poco. Stanno arrivando la riduzione del numero dei parlamentari, che farà risparmiare 100 milioni all’anno, e la riforma del referendum propositivo». Più democrazia diretta, meno parlamentari. Poi un parlamentare del Sole delle Alpi rivendica i provvedimenti Milleproroghe: dignità, sicurezza. Se l’Aula è vuota, non vuole dire che il Parlamento non funzioni. «È un immaginario sbagliato», spiega il capogruppo di Liberi e Uguali. Conferma Pino Pisicchio, veterano e studioso: «In Aula spesso si va per mozioni e ordini del giorno inutili, che non vincolano il governo e consentono ai peones di scattarsi selfie.
Un ultima precisazione, dati alla mano: «In passato le leggi di iniziativa parlamentare erano pari a quelle governative. Ora queste ultime arrivano fino al 90 per cento». Perché? «Prima, con le preferenze, i parlamentari rispondevano al popolo. Ora al capo partito, che decide tutto». Su un divanetto c’è un signore anziano, che in tutta tranquillità pesca in una grossa busta Pop -Corn, una persona che un critico di fama, lo descrive: «L’onestà e il coraggio gli splendono negli occhi, nel viso. A guardarlo mi si stringe il cuore».
Su domanda: < Non sono un nostalgico, ma finché la politica sarà ostaggio dei partiti e, soprattutto, di un sistema elettorale solo apparentemente democratico, il cittadino non conterà niente. Del resto tutto si gioca sulla legge elettorale, ce lo insegna la storia moderna: se qualcuno ha voluto prendere il potere, la prima cosa che ha fatto è stato cambiare la legge elettorale; lo fece Napoleone, così come Mussolini, tanto per citare due nomi piuttosto significativi. La politica è quella di coloro che la fanno in prima persona; la politica deve essere un servizio civile a tempo, che possa uscire quindi dalla logica dell'eterna campagna elettorale, che inevitabilmente ha un solo obiettivo: la rielezione e la perpetuazione del potere. Dunque liberiamo la politica dai politici di professione, rendiamole la dignità che ha perso, gli sciacalli e i piranha vanno a casa. Intanto la busta si era completamente svuotata.. Un commesso: Onorevole, il presidente la sta aspettando,....che aspetti, prima i cittadini!! Stranamente, mentre l'Onorevole parlava, la busta, sembra essersi svuotata mai, comincia un rimbalzello incessante di pop - corn e lo scricchiolio dei denti diventa sempre più forte. Abbiamo difronte, una persona che agisce "a viso aperto", che dice ciò che deve dire e non ha da pentirsi per quello che ha fatto e continuerà a fare. Se a fare politica ci sono queste persone, difficilmente si concretizzerà l sogno che raccontò una volta il Presidente Berlusconi: un Parlamento «cinese», con il capogruppo che vota per tutti. Gruppo di Cooperazione e di Proposte