PER NATALE UN ASINO

Dic 22, 2017 | Dalla Confeuro

L’ Asino è una rivista settimanale satirica, firmata da pseudonimi Goliardo e Ratalanca Il motto della rivista è “L’asino è il popolo, utile, paziente, bastonato”.
La rivista era un coraggioso baluardo dell’antidittatura, ma un giorno il dittatore, mise a ferro e fuoco la redazione e mandò ai domiciliari
Le firme. Ma i pionieri dell’antifascismo continuarono a lottare in forma anonima con altre riviste satiriche, tra cui “Becco giallo” e Marc’Aurelio. E anche da queste collaborazioni ne scaturirono guai: carcere, minacce e diffide.
I principali filoni tematici della satira:
Contro la doppiezza del “ministro della malavita”, uno dei principali bersagli politici dell’Asino, che ne denuncia l’ingordigia. Secondo Podrecca e Galantara, una politica dal doppio volto, per tenere tutti buoni e nel frattempo farsi gli affari propri.
L’Asino è interventista e irredentista; mentre in Italia divampa il dibattito tra interventisti e neutralisti, pubblica una serie di accesi articoli e di vignette a favore dell’intervento in guerra dell’Italia e riporta, in una vignetta, un soldato austriaco dall’aspetto grottesco che sta per divorare l’Italia, già priva di Trento e Trieste.
Tra le storie più significative la sua disperazione.
L’asino narra di se stesso, che un po’ correndo e un po’ a passo svelto sta rientrando al recinto, rimuginando .. «Maledico il giorno che mi hanno mandato da quel “ladrone” sto spendendo una fortuna e siamo al tramonto, forse diventerò vecchio ma non avrò ancora il borderò.».
Poi s’incavola. “Quello è sempre ubriaco, mi sembra un maiale, poche parole, con una grande maestria, riesce bene nell’imbroglio, abile camuffatore di fisco e di fiasco. Quando è sobrio va giù pesante punta dritto al sacco, però è un bonaccione, ma se non lo fa, la moglie lo picchia. Una forma particolare di “mantenuto”, forse meglio definibile parassita, meglio ladro specializzato, maestro di raggiri, avventore e malfattori. Professionisti del raggiro.
L’asino è un animale erbivoro, monogastrico, si nutre di foraggio verde, orzo, avena, mais,
ha, a differenza degli erbivori ruminanti, un solo stomaco.
Le asine in dolce attesa o in allattamento sono molto più esigenti e quindi la somministrazione di cereali dev’essere abbondante.
L’asino, in media, vive 35 anni.
L’asino si esprime con il linguaggio del corpo.
Postura del “ SI’ “ (è pronto, è compiacente ): Collo rilassato, occhi all’altezza del garrese, orecchie perpendicolari al terreno, coda rilassata;
Postura del “COSA ??!!” ( è in attesa, è curioso ): Testa sollevata, occhi al di sopra del garrese, orecchie dritte in avanti, coda rilassata;
Postura del “ NO” ( è meglio stare attenti, potrebbe essere pericoloso. È in una fase di difensiva/offensiva):Testa estesa sul collo, peso spostato in avanti; occhi al di sotto del garrese; orecchie distese dietro il collo, schiacciate; zampe puntate, con la coda orizzontale al terreno;
Postura di “ AIUTO” (Ha paura, non sa cosa potrà capitargli; è bene tranquillizzarlo): Testa estesa sul collo e peso spostato indietro; occhi al di sotto del garrese; orecchie dietro il collo; coda tra le gambe.
Apprezzano molto la compagnia dell’uomo, con il quale, se trattati con cura e amore, crea subito un legame affettivo. Distinguono la voce umana e l’intonazione, per cui è bene rivolgersi al nostro animale con voce amichevole e tranquillizzante.
Il raglio degli asini (la sua voce ), si può considerare un saluto, la richiesta di cibo, la ricerca di un compagno perduto, la femmina raglia spesso durante il suo estro.
L’asino dorme in piedi, con postura a tre zampe, alternando un arto posteriore, immobile, con gli occhi chiusi; si riposa a terra, solo per un breve periodo; se un asino adulto rimane coricato troppo tempo o si corica frequentemente può essere un segno di malattia.
L’asino usa “ lavarsi “, rotolandosi in terra, nelle zone più sabbiose (è bene sempre provvedere un luogo con della sabbia, ove i “nostri” asinelli potranno farsi la “doccia” e liberarsi da fastidiosi insetti).
Per anni sono stati dimenticati al punto da rientrare nella categoria degli “animali reliquia”. Un gradino sopra la soglia dell’estinzione. Un vero peccato visto che, grazie alle loro qualità, gli asini (se pur pochi) vivono una sorta di seconda vita. A metà strada tra biodiversità e tempo libero.
Amati dai piccoli e dimenticati dagli adulti, gli asini sono talvolta nobilitati per le loro qualità. Sono utilizzati per corsi di “Onoterapia”, «aiutano il paziente a ridurre lo stress, alleviare le difficoltà emotive e migliorare la comunicazione. Sono sempre più richiesti nelle situazioni difficili e la loro pazienza è tale che ottengono risultati incredibili».
«Non va poi dimenticata la caratteristica che rende l’asino famoso», ed è quella di gran lavoratore. Sono solo molto prudenti e diffidenti ma poi hanno una resistenza altissima, un aiuto indispensabile in campagna ma anche negli agriturismi. Non si deve rischiare di perderli». Di come combattere il rischio di estinzione si e discusso in un forum “L’asino tra memoria e modernità”. Contemporaneamente si terrà il “Palio dei Somari”.
Tra i tanti pregi degli asini, emerge spesso l’unico grande difetto. Spesso impazziscono, e mettono a repentaglio pace e futuro. Sono asini dalle sembianze umane, quasi sempre in preda alla follia.

Stranamente, per curare la pazzia non è ad oggi disponibile una terapia.
Il nostro consiglio. Occorre un progetto di futuro che richiede sforzi e non il sostituto del regno di Bengodi: una semplice verità che gli italiani e gli altri europei dovrebbero ricordare sul finire delle vacanze di Natale.