QUANDO LA TECNOLOGIA FA A MENO DELL’UOMO PER SALVARE IL PIANETA

Mar 29, 2018 | Dalla Confeuro

Le chiamano Dao, acronimo di “decentralized autonomous organization”, organizzazioni autonome decentralizzate. In estrema sintesi dei sistemi che operano senza più bisogno che l’uomo intervenga. Imparentate con i Bitcoin, alla base c’è sempre una blockchain, permettono di creare delle aziende che producono e vendono da sole. Pensate ad una piantagione che si autoregola: gestisce il raccolto grazie a sensori e all’automatizzazione, stabilisce i prezzi secondo l’andamento del mercato e distribuisce piante e foglie ricevendo l’ordine online e contattando il corriere per la consegna. O pensate ad un’azienda come Uber che regola la sua piattaforma in perfetta solitudine, o ancora ad una compagnia energetica che eroga ai suoi clienti elettricità basandosi su regole e tariffe chiare avendo come obbiettivo il risparmio e l’efficienza.
Le Dao sono ancor più sperimentali delle blockchain. Se le state quindi immaginando come incarnazione possibile di Skynet o Hal9000, due esempi hollywoodiani di intelligenza artificiale votata all’eliminazione dell’uomo, potete tranquillizzarvi. Anche perché chi le sta costruendo in realtà è mosso da intenti differenti. “In economia esiste una teoria detta ‘tragedia dei beni comuni’. Più persone utilizzano una risorsa comune ma per i propri interessi. E così finiscono per sprecarla”, ci racconta Nathalie Post, della olandese Mobgen da poco acquisita da Accenture, che con i suoi colleghi ha inventato una Dao per la coltivazione delle piante di menta. “Il risultato è spesso la dilapidazione di quella risorsa. Nessuno se ne prende la responsabilità, ma tutti la sfruttano. Basti pensare all’acqua, ai terreni coltivabili, alle materie prime. Ma se a quella risorsa viene data totale autonomia di gestione sottraendola all’uomo le cose potrebbero cambiare”.
Nathalie Post e il suo gruppo, fra I quali c’è anche l’italiano Giovanni Muzio, hanno istallato una telecamera che controlla la crescita delle piante, con un sensore nel terreno che ne misura le necessità in termini di luce e irrigazione. Il sistema aumenta il prezzo secondo la domanda in modo tale da preservare le piante ed evitare uno sfruttamento eccessivo e con i guadagni compra altre piante da aggiungere alla serra. Le vendite e la distribuzione avviene attraverso i cosiddetti ‘smart contract’, protocolli digitali che regolano le negoziazioni.
In Olanda, dove opera la Mobgen, il design militante o critico è pratica comune. Ad Amsterdam è nato Sam, un distributore di té biologico e che si sta comprando la propria libertà un bicchiere alla volta. Si paga con carta di credito, si inserisce il bicchiere e lui eroga la bevanda che è fermentata al suo interno. Il tè lo abbiamo bevuto e non è male. Sam è stato costruito da Marie Caye e Arvid Jense usciti entrambi dalla University of Eindhoven. E’ collegato ai servizi pubblici digitali olandesi: si paga da solo le bollette e le tasse. Può anche chiamare lui direttamente il servizio di assistenza in caso avesse bisogno di riparazioni. Con i soldi che mette da parte sta dando a rate ai due ricercatori il costo della sua costruzione per diventare un’entità legale autonoma e libera. “Il progetto nasce per porre la questione dei diritti dell’intelligenza artificiale”, spiega Marie Caye. “Arrestare lo sfruttamento del pianeta significa iniziare a concepire sistemi indipendenti dagli uomini e dotati di diritti legali. Solo così capiremo che siamo uno delle tante forme di vita sulla Terra né quella che deve sempre esser al centro di tutto”.
Le Dao sono lo strumento perfetto per gli antinatalisti contemporanei alla Sir David Attenborough, che vedono gli uomini come principale minaccia da affrontare per la salvaguardia del pianeta. Tutto grazie alla decentralizzazione della tecnologia del Bitcoin e al suo essere sistema sicuro e dalle regole inviolabili. Mike Hearn, ex ingegnere di Google e fra i primi membri della comunità delle criptovalute , qualche tempo fa fece una previsione: “Fra 30 anni, il Bitcoin sarà la base di organizzazioni di potere senza più bisogno di leader”. Fantascienza, almeno per ora.

Fonte: La Repubblica