QUANDO L’EUROPA DIVIENE UNA BANCA CHE FUNZIONA MALE

Mar 21, 2013 | NEWS

Nel progetto originario la Ue avrebbe dovuto essere un insieme di politiche comunitarie in grado di realizzare lo sviluppo del vecchio continente e non una specie di banca alla quale alcuni tra gli stati più deboli sarebbero stati costretti ad attingere per poi pagare tassi di interesse altissimi. E invece la storia della Grecia, della Spagna e di Cipro descrivono esattamente questo, una Ue agglomerato di tecnocrati con specifici interessi economici e completamente latitante in politica.

E’ del tutto evidente che la direzione da seguire non è questa. Fino a che le istituzioni europee non si occuperanno di politiche per la crescita, di ricette economiche e di strategia, rimarranno soltanto un contenitore vuoto e la volontà di non farne parte dilagherà a macchia d’olio. In questo caso però non sarebbe opportuno parlare del dilagare dell’euroscetticismo, ma dell’euroincompetenza.

Il tempo per rimediare c’è ancora, ma bisogna in primo luogo che la gestione dell’Unione Europea non sia più monopolizzata dalla sola Germania, ma sia il risultato di scelte condivise e partecipate. La stessa Italia dovrà uscire dal ruolo di comparsa in cui si è relegata in questi anni per assumersi la responsabilità di una stagione diversa, e se possibile finalmente europea.