QUEL TRENO CHE NON PARTE MAI

Lug 21, 2017 | Dalla Confeuro

Migranti o Stanziali, in povertà non c’è differenza. PIÙ VERGOGNA CHE VANTO !
È lì, fermo al binario 1 della stazione di Roma termini, sempre zeppo all’inverosimile, ma purtroppo non parte mai. Sempre al binario 1, ricca di fiori colorati, la targa a Modesta Valenti 1983 “perché nessuno muoia più abbandonato”.
Modesta, aveva accusato un forte malore, ma pure se l’ambulanza arrivò, non fu fatta salire a bordo: perché aveva i pidocchi, era “troppo sporca”. La lasciarono lì, a morire dopo ore di agonia, vecchia e sola, come tanti altri invisibili che vivono per strada e di cui lei è l’icona.
Da allora sono passati 33 anni, e al binario 1 di Roma Termini, il treno è ancora fermo. Si legge sulla stampa che, oggi una risposta a coloro che chiedono aiuto esiste: sono gli Help Center, progetto di solidarietà realizzato da Ferrovie dello Stato nel 2002 in collaborazione con gli Enti Locali e organizzazioni di utilità sociale, con la partecipazione del Ministero del Lavoro.
Sulla loro attività si basa l’ultimo rapporto annuale a cura dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle stazioni italiane (Onds), in cui si evince che la povertà per lo più in transito, ha assunto la connotazione di povertà quasi permanente per la costante presenza di famiglie italiane da tempo incagliate nella crisi.
Ma cosa sono gli Help Center? In Italia sono circa una quindicina e sono Sportelli di ascolto situati all’interno e/o nelle zone limitrofe alle stazioni ferroviarie, che orientano le persone in difficoltà verso i servizi sociali della città: dai centri di accoglienza alle comunità terapeutiche, fino alle associazioni specializzate, per elaborare percorsi mirati di recupero. Nel 2015 ci sono stati circa mezzo milione di interventi. Sebbene siano soprattutto uomini di età compresa tra i 30 e i 49 anni a rivolgersi agli Help Center, il rapporto evidenzia come tra i nuovi ingressi quest’anno ci sia un aumento di donne, giovani e immigrati. Pur registrando in maggioranza profughi, è allarmate il numero delle persone senza fissa dimora e dei minori non accompagnati che necessitano di speciali misure di tutela e accoglienza.
L’Onds fa rilevare però che, mentre gli stranieri sono comunque diminuiti rispetto all’anno precedente, di contro è aumentata la presenza degli italiani, che rappresentano oggi circa il 25% (con un aumento crescente di 5 punti percentuali).
In generale, la maggioranza opta per i cosiddetti servizi a “bassa soglia”, per i quali l’identificazione non è necessaria, e che consistono nella distribuzione di viveri e beni primari, o nel garantire l’accesso ai servizi di prima necessità quali la cura dell’igiene personale o un pasto caldo. Ma non mancano coloro che compiono un vero e proprio percorso di reinserimento, uscendo dalla strada e reintegrandosi nel tessuto sociale.
Anche se i dati non collimano, in Italia nel 2016, circa una persona su dieci vive in povertà assoluta, ovvero non dispone – o dispone con grande difficoltà, delle primarie risorse per il sostentamento umano, come l’acqua, il cibo, il vestiario e l’abitazione. Si rileva altresì che in Europa i poveri sarebbero circa 50 milioni (10%). Poli di riferimento sociale stanno nascendo nelle stazioni di Francia, Lussemburgo, Belgio e presto in Bulgaria”.
Indubbiamente, gli Help Center sono un esempio da imitare, ma ciò che stona è la solita manfrina che “permangono i problemi per la mancanza di finanziamenti” – vedi centri di Foggia e Melfi.
Sembra un “paradosso” nel paradossale soccorso immediato del governo alle banche e nel contempo osservare che chi dovrebbe arginine questi fenomeni, è e vive, nella totale indifferenza.
Continuare a sentirsi raccontare di morti in una costante visione emergenziale di un fenomeno come quello migratorio, è inaccettabile, e ancora più scandaloso, vedere gli ambienti e l’opulenza in cui si tengono le riunioni del G7 e del G20.
È stucchevole, per chi crede nelle istituzioni nazionali ed europee, prendere atto che le “proteste” occupano sempre più gli spazi dei media. E se poi si tende ad approfondire, viene fuori che anche gli immigrati sono merce di scambio.
D’altro canto i mezzi di informazione scientifici riportano la notizia che dopo 65 milioni di anni dalla scomparsa dei dinosauri, è in atto la “sesta estinzione di massa”.
I ricercatori hanno messo sotto le lenti circa la metà dei vertebrati terrestri (uccelli, anfibi, mammiferi, rettili) e dopo analisi dettagliate è emersa una grave riduzione del 40% su ben 177 specie di mammiferi negli ultimi 15 anni.
Insomma, ha preso piede una malattia contagiosa, “mancano i soldi”, per le politiche sociali inclusive, per i meno abbienti non c’è tempo, né spazi, per loro è riservato solo il posto, nei treni che non partono mai.

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