SICCITÀ NON PIÙ EVENTO EMERGENZIALE

Lug 25, 2017 | Dalla Confeuro

Anche noi apprezziamo l’impegno del ministro Martina quando annuncia che il suo Dicastero si sta attivando per mettere in campo alcune misure di contrasto all’emergenza siccità. Tre gli assi principali di intervento: attivazione del fondo di solidarietà nazionale, aumento degli anticipi dei fondi europei PAC, 700 milioni di euro per piano di rafforzamento ed efficientamento delle infrastrutture irrigue.
Francamente, alcune misure le avremmo date per scontato, come l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale, istituito da anni allo scopo di alleviare i disagi delle aziende agricole colpite da eventi clamorosi, a seguito delle dichiarazioni di stato di eccezionalità atmosferiche da parte delle Regioni. E poi, “il doveroso ampliamento degli acconti PAC – c’è scritto – fino a 2,3 miliardi di euro a ottobre e garantire più liquidità alle imprese agricole”.
Il fatto per noi rilevante è l’accenno ad un piano strategico, fatto dal Ministro, “per dare ai nostri territori infrastrutture irrigue migliori, più efficienti e con meno spreco di acqua, tema da affrontare in occasione del G7 agricoltura di ottobre a Bergamo, perché, per tutelare gli agricoltori dalle crisi, c’è bisogno di strumenti nuovi e più efficaci”.
Eccoci dunque, finalmente, a parlare di prevenzione e addirittura in un summit così importante, come l’incontro periodico dei Grandi e potenti ministri Agricoli del Pianeta.
Che il clima del Pianeta sia così cambiato da essere imprevedibile, è un fatto del quale si scrive e si racconta, ormai, anche nei romanzi candidati al premio “Strega”; ma di prevenzione, di spreco di risorse di acqua, di siccità, di alluvioni, c’è ancora tanta timidezza tra gli extra-terrestri che muovono le leve dell’economia del mondo.
Nessuna vergogna se agli annunci, come: “ITALIA SICURA” – CONSORZI DI BONIFICA – IFAD per la forestazione – la RICOSTRUZIONE, le CASE DI LEGNO, non hanno fatto seguito i fatti, l’importante è il pensiero e le somme stanziate.
Che poi lo Stivale è tutta una frana: le reti idriche pubbliche funzionano come un colabrodo, in quanto dalla sorgente partono 100 litri di acqua e per strada se ne perdono la metà e, per restare in tema di “miracoli”, se crollano strade, ponti e case antisismiche, tutto colpa del terremoto e di chi resta sotto le macerie, anzi è doppiamente colpevole perché avrebbe dovuto accorgersi prima.
Alla solita lagna e alle lamentazioni ad orologio, una risposta arriva dalla ricerca: secondo un’analisi del CREA, ente di ricerca del Mipaaf, nel solo 2016, la temperatura media annua ha segnato un nuovo record risultando superiore di +1,35 °C, rispetto al trentennio 1961-1990.
A questa situazione, si devono aggiungere le anomalie idrologiche e termiche che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, con temperature nettamente superiori alla media (+3,2 °C), associate ad una forte riduzione delle precipitazioni (-53% rispetto alla media del mese di giugno).
Poi le considerazioni a valle: la situazione di siccità degli ultimi mesi si è ulteriormente aggravata in maggio e giugno 2017, causando danni su tutto il territorio, con effetti particolarmente gravi soprattutto nei distretti idrografici delle Alpi orientali e della Regione Padana dove, ad esempio, il livello idrometrico del fiume Po – dal cui bacino idrico dipende il 35% della produzione agricola nazionale – è sceso a 3,23 metri sotto lo zero idrometrico.
Tali condizioni hanno prodotto – e stanno producendo – un grave danno economico alle colture e agli allevamenti. Le prime stime evidenziano perdite di produzione nell’ordine del 40-50% nel settore cerealicolo, oltre ad una consistente contrazione nella produzione nazionale di latte e derivati.
Tutto vero, niente di falso! Finalmente niente multa, sulle quote latte.

L’ITALIA CHE PRODUCE