SE UN ALBERO MANGERÀ L’EFFETTO SERRA

Ago 3, 2018 | Dalla Confeuro

Gli alberi sono gran mangiatori di CO2, in quantità diversa a seconda delle specie. Un Frassino maggiore, per esempio, ne ingoia oltre una tonnellata nel suo ciclo di vita. Un bosco ovviamente moltiplica significativamente l’assorbimento di anidride carbonica, il gas serra imputato di contribuire pesantemente al riscaldamento globale. È inevitabile quindi che le aziende del settore energetico siano nell’occhio del ciclone e che le più virtuose cerchino di ridurre l’impatto del loro business. Così E.On., multinazionale europea con 42 mila dipendenti, che in Italia punta sulla generazione da fonti rinnovabili, si è posta un problema: come ridurre l’impatto della CO2 prodotta dal consumo di gas naturale che non è una fonte rinnovabile? La soluzione l’ha trovata mettendosi assieme a AzzeroCO2, una società di consulenza fondata da Legambiente e Kyoto Club per supportare le aziende che vogliano migliorare la loro performance energetica. “Create dei boschi”, è stato il suggerimento. “Ridurrete le emissioni di anidride carbonica prodotte dal consumo di gas naturale”.
È nato così il programma “Boschi E.on”, che è già arrivato alla creazione di 18 aree verdi su una superficie di 61 ettari con 60 mila nuovi alberi piantati. Risultato? Quarantamila tonnellate di CO2 compensate. “Finora abbiamo investito nell’iniziativa un milione di euro – spiega il Chief sales officier di E.On Cristian Acquistapace – in partnership con i nostri clienti che hanno sottoscritto l’offerta “GasVerde”. Noi forniamo il gas naturale e contemporaneamente piantumiamo un nuovo albero per ogni contratto, assorbendo così una quota di CO2 che migliora l’ecosistema circostante”. L’obiettivo è anche di sensibilizzare i consumatori sul contenimento dell’anidride carbonica, visto che il problema del surriscaldamento diventa sempre più impellente.
Secondo il ministero dell’Ambiente, infatti, nei prossimi anni l’Italia subirà un aumento di giornate, da 8 a 20 ogni anno, con temperature superiori ai 30°. “Per E.On – chiarisce Alessandro Vezzil, responsabile sostenibilità e Csr di AzzeroCO2 – realizziamo il progetto forestale, individuiamo le aree interessate, per ora concentrate tra Lombardia, Veneto, Piemonte e Lazio, cerchiamo l’operatore che mette a dimora le piante, curiamo la manutenzione e gestiamo la comunicazione dell’iniziativa verso la popolazione”.
La moltiplicazione delle piante mangiatrici di anidride carbonica sta poi ulteriormente accelerando grazie a un progetto proprio di AzzeroCO2 con Legambiente, “Mosaico Verde”, che si propone di piantare 300 mila nuovi alberi e di tutelare 30 mila ettari di boschi già esistenti entro i prossimi tre anni. “È una piattaforma che fa collaborare pubblico e privato – spiega Vezzil – collegando la necessità degli enti locali di recuperare aree verdi abbandonate o degradate e la volontà delle Imprese di investire in una forma particolare di Csr, la creazione e la tutela di boschi permanenti”. Un progetto a cui ha aderito anche E.On, che sempre con AzzeroCO2 sta sviluppando l’ulteriore progetto “Energy4green” rivolto alle Pmi, le piccole e medie imprese. “L’abbiamo proposto dai clienti business – commenta Acquistapace – per aiutarli a realizzare i loro programmi di riduzione e compensazione della CO2 emessa nella produzione industriale e per indirizzarli nel finanziamento di nuove piantumazioni di alberi”. Il tutto in un quadro in cui incombe l’allarme lanciato dalla World meteorological organization; l’ultima rilevazione, quella del 2016, dice che la CO2 nell’atmosfera è passata da 400 parti per milione del 2015 a 403,3. Un aumento doppio rispetto a quello medio annuale degli ultimi dieci anni.