SERVE UN GOVERNO CHE LAVORI SUBITO SULLA NUOVA PAC

Giu 8, 2018 | NEWS

Uno degli elementi che è sicuramente mancato in questi anni, da parte di diversi esecutivi, è stato la capacità di ottenere una Pac corrispondente alle esigenze degli agricoltori italiani. Naturalmente è chiaro che la Politica Agricola Comune non può e non deve rappresentare gli interessi di un unico Paese europeo, ma è anche vero che bisogna tener conto del valore mondiale costituito dal made in Italy e dal suo patrimonio eno-gastronomico.

La Pac 2014-2020 è composta di numerosi interventi, sul greening, sulle produzioni di qualità e sulle risorse assegnate in base alle quantità di ettari possedute dagli agricoltori, ma il suo impianto generale, sentiamo il dovere di dirlo con chiarezza, è inadeguato. Va infatti sottolineato che l’intera Pac è stata impostata con l’idea di premiare le grandi multinazionali dell’agroindustria e di sottrarre ulteriori pezzi di mercato alle Pmi del primario fino ad ora in grado di competere, grazie alle proprie produzioni di eccellenza, su scala globale.

Ad aggiungersi a tutti questi elementi critici sulla Pac 2014-2020 ve ne è anche un ulteriore, e cioè la lentezza e l’inadeguatezza spesso dimostrata dagli enti regionali (soprattutto al Sud) nel gestire le risorse europee che, per paradosso, a volte sono state parzialmente restituire poiché non sono state utilizzate nei tempi e nei modi previsti dal diritto comunitario.

La Pac 2014-2020 è stata un’occasione persa (per l’Italia e per l’Europa) per dimostrare di credere nel primario come volano del riscatto economico, ma a peggiorare questo quadro giunge anche una nuova minaccia: il taglio del 5% delle risorse immaginate all’interno della proposta della Commissione Europea per il bilancio 2017-2027.

A questo punto dovrebbe essere chiaro che il tema che si muove attorno alla Pac non è quello sulla gestione delle sue risorse e sul come e dove ubicarle, ma è nel senso stesso dell’agricoltura. Il primario è percepito come un valore aggiunto o no? Il futuro dell’Unione Europea passa anche dalla gestione del suo variegato mondo agricolo oppure no? Sono queste le domande a cui rispondere per lavorare con buoni risultati sulla prossima Pac. A tal proposito ci auguriamo che il governo italiano e il neo ministro, Gian Marco Centinaio, si impegnino sin da ora su questi punti per impedire che ancora una volta i contributi dei cittadini finiscano nelle disponibilità delle tante lobby che gravitano attorno all’agricoltura ma che non hanno nulla a vedere con la sua vocazione primaria: produrre cibo sano e genuino per soddisfare i bisogni primari delle persone.