SOGNI DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

Apr 8, 2016 | NEWS

di Rocco Tiso.

Il rivolo corre piano verso il ruscello. Il ruscello accoglie i rivoli e sempre più veloce viaggia verso il fiume. Il fiume quando lo guardi sembra immobile, eppure scorre e si affida al mare. Il mare è calmo, piatto, inoffensivo ma è di carattere instabile, diventa irascibile senza una vera ragione, e improvvisamente si altera e come una vera forza natura comincia a mietere vittime. Ad essere avvolti dall’acqua siamo noi, uomini presuntuosi, cocciuti, sbruffoni, pretestuosi, bugiardi, ladri e truffatori che ci professiamo innocenti, incolpevoli, inermi anche davanti a un cadavere ancora caldo quando tutto appare chiaro. Ma noi ci assolviaomo perché il fatto non sussiste.

I rivoli dello stivale sono scomparsi e sono polvere, i ruscelli sembrano rivoli confusi nella polvere .I fiumi sono mari senza onde, le onde dei mari sono sponde. La siccità è madre della miseria, e chi ne approfitta è un miserabile e chi finge che la nave va, illude.Allo stesso tempo chi si dichiara depositario della verità, mente. La verità infatti non si racconta, si dimostra.

Oggi le acque del golfo sono state sporcate. A farlo sono stati i figli e i fedeli che hanno giurato. L’altro giorno il sole a Napoli è stato oscurato, a farlo solo stati quelli che si dichiarano tutori dello Stato.
A Bagnoli tirava il vento, per fermarlo una promessa del “governo”.

In un giorno diverso, ma vicino, lo Stato ha celebrato la “mafia”, con la
Rai che intervista ed ospita un mafioso. Figlio di un sanguinario con le mani sporche di sangue dei figli dello Stato. Così facendo la RAI, contro ogni pudore, ha calpestato le memorie dei morti e mortifica i vivi. Il servizio pubblico si è trovato a inneggiare chi delinque e sporca la coscenza degli onesti.

I miserabili gioiscono, finalmente lo Stato pensa a loro, una ulteriore beffa che cancella le attese e genera voto di scambio.
Ci auguriamo sia l’ultima volta e mesti spegniamo l’etere mentre ricordiamo il sangue imbrattato dei servitori dello Stato e della GIUSTIZIA.

Ci rammarica constatare che qualcuno per noi ha appiccato il fuoco per scaldarsi le mani con il “falò” della STORIA.
Non confondiamo le regole, la trasparenza, la legalità e la legge con l’etichetta che voi, che profanate lo Stato, vi siete cuciti addosso. Siete così compromessi, invischiati e complici, che anche l’acqua sporca vi suggerisce di ripiegare.

L’acqua del mare ospita e da vita, il fiume è linfa che scorre, i ruscelli sono veicoli per il sangue che impunemente viene versato e i rivoli sono piccoli e lenti al punto che sempre più spesso si prosciugano senza avere il tempo di alimentare la mente.

Anche noi stiamo morendo, ma non di morte naturale. Gli animali sono al pascolo e noi pastori facciamo
finta di crederci.

Con noi se ne va un pezzo di storia. Con noi muore ciò che c’è nel cuore. Con noi muore la natura, ma gli esecutori di questa sentenza anche questa volte siete voi. Governate con l’inganno, sperperate senza ritegno e vi appropriate del nostro sangue come se non vi fosse bastato quello dei nostri padri.

L’agricoltura fatta da chi lavora la terra conta il tempo che manca alla fine.
Sarà quel che sarà, Ma la terra è arida e avara e rifiuta il seme, il vento forte fa il resto, una goccia di pioggia, anche se acida e intrisa di polveri inquinanti, genera e per fortuna da il via ad una nuova speranza di vita.

Oltre all’ignoranza con la quale argomentate avete anche la madonna dei “cretini” a proteggervi. Se così non fosse il Paese avrebbe un “GOVERNO” e noi un ministro dell’Agricoltura.