Un terzo dei terreni agricoli italiani è abbandonato. Un dato che può suonare allarmante, ma che per molti può trasformarsi in opportunità.
Opportunità di sviluppo per il settore agricolo italiano e redditi interessanti per i giovani che decidono di avvicinarsi a questa attività. Molti ragazzi hanno un pensiero “antico” dell’agricoltura, che negli anni si è modernizzata, meccanizzata e di recente sta conoscendo una nuova era caratterizzata dal supporto di nuove tecnologie. Tradotto, si fatica di meno, si ha un controllo sulle colture molto più accurato ed è possibile generare ottimi profitti se si scelgono le giuste coltivazioni.
Certo non è facile trasmettere la passione per la terra alle nuove generazioni. Mancano delle politiche concrete che riavvicinino i giovani al primo settore.
Eppure esistono enti come Agea e Ismea che hanno proprio questo compito.
Agea è l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, l’organismo pagatore nell’ambito dell’erogazione dei fondi dell’Unione europea ai produttori agricoli. Ogni anno Agea gestisce 7,5 miliardi di euro che servono a elargire i fondi agli imprenditori agricoli che seguono i dettami di Bruxelles.
Ismea è l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, il braccio operativo del Ministero che offre garanzie creditizie e finanziarie per le imprese agricole.
Secondo Agea c’è la alla possibilità di riportare in produzione i circa 3,7 milioni di ettari di terreni abbandonati tramite intese col sistema bancario per favorire la liquidità anticipata basata proprio sui titoli PAC. Stando ai dati di Agea, c’è stato però un calo del 10% delle domande di aiuto in Italia, scese a 450mila. Si tratta di piccoli produttori che escono dal settore o di imprenditori che decidono di rimanerci ma sottoponendosi alle regole del libero mercato.
L’invito che rivolgiamo soprattutto ai giovani è di considerare questa nobile professione come un passaporto per il futuro e di informarsi sulle possibilità, agevolazioni, finanziamenti che esistono per entrare in questo settore. Alle istituzioni diciamo che si può fare di più: aumentando i finanziamenti, azzerando i tassi di interesse e sul piano comunicativo pubblicizzando meglio le reali politiche agricole attive.