UNA NUOVA «COSTITUENTE» (Iniziativa Comune)

Ago 1, 2018 | Dalla Confeuro

L’unica cosa seria da fare per risollevare le sorti del Paese, è votare, con una spesa minima, in concomitanza con il rinnovo del Parlamento europeo per eleggere una nuova “Costituente” per riscrivere, snellire meccanismi, procedure e ridisegnare un nuovo ordinamento istituzionale a tutti i livelli, abbattendo steccati, barricate burocratiche, tenendo conto che l’equilibrio del mondo si chiama “digitale”. Coerentemente piccoli e grandi, nani e giganti, ricchi e poveri, potenti e nullatenenti vanno coinvolti, vanno ascoltati e considerati, perché indossiamo lo stesso abito: il tricolore.

Essere un grand’uomo è il sogno di tutti i nani!! In senso figurato si usa il termine “nano” per indicare un individuo le cui qualità personali o le capacità in un determinato campo sono assai scarse. I Giganti sono uomini che hanno dimenticato la coscienza della loro origine. Snaturati dal non voler conoscere se stessi. E dunque non possono far altro che continuare a bramare forme e desideri di vendetta senza sapere il perché di tante scelte, fatte sempre ai danni dei nani.

Chiunque sia in grado di esprimere qualcosa deve esprimerlo al meglio. Questo è tutto quello che si può dire, non si può chiedere perché. Non si può chiedere ad un alpinista perché lo fa. Lo fa e basta. A scuola avevo un professore di filosofia che voleva sapere se, secondo noi, si era felici quando si è ricchi o quando si soddisfano gli ideali. Allora avrei risposto: “Quando si è ricchi”. Invece aveva ragione lui. Un ideale è un modello di qualcosa di perfetto o senza uguali. Come aggettivo, descrive un livello massimo di eccellenza, o comunque qualcosa che esiste solamente come idea. Quando si parla di ciò che è ideale, spesso ci si riferisce ad una situazione ottimale. Se possiedi alti ideali, vuol dire che hai forti convinzioni su ciò che è buono e giusto e, probabilmente, sai anche come salvare il mondo.
Se non abbiamo ideali, siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.

Per celebrare i “giganti” al mio Paese, ogni anno c’è la ricorrenza, testimoniata da una sfilata, dove tutti possono accodarsi, nani, giganti, gente di media statura e qualche mendicante. Sta partendo il corteo, in testa il Vescovo, segue il parroco e la fila dei chierichetti, poi gli uomini importanti, statisti di fama internazionale. Politici di vaglia. Scienziati dell’arte del governo. Cervelloni.

È stato bello ascoltarli, ammirarli e rimirarli nell’ultima mirabolante campagna elettorale mentre disegnavano strategie pensose per il bene dello Stivale e delle Isole. E tutti lì a programmare, a progettare, ad almanaccare, a fare a gara, da sinistra a destra passando per il centro, in quanto a serietà, aderenza al mondo reale, coscienza dei vincoli di bilancio, totale assenza di banalità e demagogia. Concetti chiari. Pensieri forti. Roba di prima scelta. Eh sì, siamo proprio fortunati con i nostri neo deputati e senatori.

Abbi fede – dico di me – la processione avanza, c’è perfino la banda, anche se osservando meglio il corteo, in verità “niente di nuovo”. Certo il tempo passa, ma le manfrine sono sempre le stesse mentre l’arroganza del potere passa da una generazione a quella successiva e da uno schieramento a un altro senza che nulla cambi. Il risultato, salvo rare eccezioni, si evidenzia e si appalesa in tutti i settori dell’economia, dai disastri collaterali e balle faraoniche che lasceremo in eredità ai nostri nipoti.

Il nanismo politico è quella capacità, molto italiana dell’intero ambito politico di farsi piccolo ed inefficace adducendo come scuse principalmente l’impossibilità di agire, come sempre c’è la volontà ma mancano le coperture. Non ci sono soldi!! Più di qualcuno sostiene che ormai le intenzioni non bastano, occorrono i fatti!!

Riaffiora e prende sembianze il vecchio virus, un tempo male incurabile, quel comodo sistema di non fare, di rinunciare, di procrastinare avendo come giustificazione l’impossibilità, la difficoltà, i limiti della politica.
È vero, la politica non ha poteri infiniti, ma può moltissimo e spesso a precludere norme, decisioni, possibilità non sono i limiti del mandato parlamentare, ma più semplicemente un mix di paura, convenienza, troppo preoccupati di non esporsi e di agire quando la loro azione può essere mal vista dall’elettorato.

Per chi è al comando, prima di assumere decisioni, deve fare i conti con il popolo “bue” che si compone di fazioni: da una parte c’è una certa quantità di cittadini deboli che il potere corrompe e trasforma in “servitori” e “yes man”; dall’altra invece, tanto spinta dal plagio quanto dall’impulsività, c’è una sorta di “multi massa” di pessimisti, apatici, apolitici, solitari, illusi, permalosi, palloni gonfiati e idioti rivoluzionari che spingono volutamente i cittadini nella confusione facendo il gioco e gli interessi di chi comanda.

Visto l’alto livello di contagiosità del virus eterno, bisognerebbe che l’attuale classe dirigente facesse un passo indietro o – i cittadini elettori – uno in avanti.

L’unica strada è quella di eleggere una nuova Assemblea – COSTITUENTE – che richiami intorno ad un tavolo le forze politiche, i giuristi, gli economisti, insomma il meglio del Paese per coglierne i segnali e ridisegnare le strutture della democrazia a partire dai meccanismi di selezione della classe politica. Un sistema proporzionale uninominale toglierebbe ai partiti la certezza di governare e rischiando di perdere anche per un solo voto si troverebbero incentivati a candidare le personalità migliori .

Basta saltare sulle spalle dei “giganti”, per scrutare l’orizzonte sempre più lontano, sono i nuovi servi e padroni dello Stato.