2018, ADDIO! (Iniziativa Comune)

Gen 7, 2019 | Dalla Confeuro

Da poche ore anche il 2018, ci lascia, con esso nulla si porta. Si niente di niente, mentre come legato, ci ha lasciato in una crisi senza precedenti che tutti possono verificare, una eredità che balza perfino agli occhi anche degli indifferenti, tant’è “lo sfascio delle istituzioni democratiche”.
Da qualche parte si legge di “terrorismo mediatico” quasi volesse giustificare una tendenza che ha portato alla crescita di un becero “populismo” collocato in quel periodo di storia dove il solo ricordo, genera sgomento. I più facinorosi si rifugiano “in un ricordo ignorante” quasi volessero giustificare la “negligenza” con l’affermazione “io non c’ero”? Si ma la Storia ….? Intanto in diversi Paesi del globo (Trump negli USA, Bolsonaro in Brasile, Maduro in Venezuela e poi anche Polonia e Orban in Ungheria) prende piede una forma di “autocrazia dominante”.
Queste tendenze preoccupano seriamente in quando si verificano in paesi retti da governi formalmente democratici. Un vero controsenso, atteso che proprio la democrazia dovrebbe ergersi a baluardo contro questo tipo di derive impositive.
Anche se i teorici della politica hanno considerato a lungo i governi democratici tra le forme più stabili e garantiste, una nuova ricerca di un team internazionale di esperti di teorie di sistemi complessi (università di Bristol) ha messo in luce come la stessa stabilità dei governi democratici vacilla paurosamente. Nel mentre i nostri partiti si dicono impegnati a rivoltare l’Italia come un “calzino”! Ma lo mandano a dire dal l’avvocato degli italiani travestito nei panni dell’inquilino di Palazzo Chigi.
Mentre i distinguo e le polarizzazioni estreme tra i suoi sostenitori – di spada e di stelle – hanno generato una legge di bilancio incomprensibile perché toglie ai “deboli” e porta ossigeno ai “forti”.
Ciò che stupisce, è il continuo inneggiare ad una vittoria, che nei fatti è l’ennesima sconfitta, non dei nuovi “statisti” ma ha perdere siamo noi quelli che loro chiamano “popolo”.
Intanto, svolti in zona “cesarini” gli obblighi legati alla legge di bilancio 2019, eccoli con il trolley, i nostri rappresentanti vanno tutti a casa per andare a tirare le sfoglie, comprare panettoni, spinare il pesce. Si rivedranno dopo la befana.
Sulle tavole imbandite c’è di tutto di più, perfino il baccalà, che fa a cazzotti col cotechino intriso di rafano e mostarda.
Per quanto riguarda le magie natalizie, si compiono tutte: dopo quella del presepe, arriva anche una befana in carne ed ossa con il sacco in spalla.
Del resto dove vuoi che trovi posto il popolo, nel sacco della Befana, pieno zeppo di regali per i nostri benefattori. Infatti per tutti un “pupazzo”, ma ci sono quelli più affermati che muovono i passi solo sul tappeto decorato, per loro la vecchietta brutta ha in serbo una sorpresa, per loro regali personalizzati in passerella i volti tirati dal Grillo al Fico e a seguire in riga per tre ministri, vice e sottosegretari.
Insomma, perché tanto accanimento, tanto livore, tante accuse reciproche, visto che l’esercizio provvisorio non è poi il giudizio universale?
Chi governa deve servire il Paese, nel rispetto delle regole “democratiche”. É proprio qui che comincia il “deserto mentale”, di chi si ostina a mettere in campo alchimie cartomantiche come forma di resistenza, più per conservare e non per innovare.
Il risultato ottenuto, una spaccatura dell’opinione pubblica che è l’unica ad aver veramente perso, costretta suo malgrado, ad assistere ad una competizione da ultima spiaggia che a disatteso i problemi veri del Belpaese. Per questo, gli unici ad avere ricevuto il carbone dalla Befana siamo noi ignari sudditi.
Ai politici, indipendentemente se si sono espressi a favore o contro andranno comunque i regali per i vincitori, compresi i premi di consolazione per gli sconfitti.
La “nonna” più famosa al mondo, che questa volta non viene di notte, ma che comunque avrà le scarpe tutte rotte e le feste si porterà via, non lascerà la sua fedele scopa ma, per l’occasione, viaggerà su un fiammante elicottero, per atterrare in piazza Montecitorio.
In questa occasione nessuna “processione” ma ci sono musiche, spettacoli, momenti di animazione, tanti giochi, trucchi, bolle di sapone, l’esibizione dei corpi di ballo e trucchi di maghi famosi.
Ma perché la Befana viene proprio a bordo di un elicottero? «Perché è stanca di girare il mondo sempre esposta a tutte le intemperie e le piogge, e la sua scopa ormai è logora e vecchia.
Poi al giorno d’oggi vengono fabbricate, purtroppo, molte scope di plastica che non riescono a volare come le più resistenti tradizionali scope in legno, quindi lei ha chiesto aiuto a mezzi di trasporto più moderni. Uno dei ritardatari, non è proprio così. Piuttosto questa è l’unica novità che si ostinano a chiamare “cambiamento”?

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