AGRICOLTURA NELLE NEBBIE D’EUROPA (Radici d’Europa)

Set 12, 2018 | Dalla Confeuro

Quando la paglia vale più del grano e 1 miliardo di persone soffre la fame. Una marea di fesserie vengono buttate in pasto ai mass media, seppur partendo da dati reali sulle crisi di produttività dei terreni agricoli e sugli sconvolgimenti climatici che desertificano le terre, insieme alla chimica dei pesticidi e dei disseccanti che distruggono l’humus, la biodiversità e la salute degli agricoltori e dei consumatori. Tutto ciò al fine di ridurre al massimo i costi di produzione, facendo pagare la natura e rendendo schiavi gli operai agricoli e contadini, sottoposti alle regole del “libero mercato” a solo vantaggio delle multinazionali.
Dobbiamo liberare l’agricoltura dall’industria chimica dei pesticidi e della trasformazione agro-alimentare e, soprattutto, dal commercio speculativo secondo quanto prevedono le normative Europee (Reg. CE 2078 del 1992) senza contare che dal 2007 al 2013 l’Europa ha stanziato 200 miliardi di euro per lo Sviluppo Rurale Agroecologico.
I dati dell’Eurostat
Nel Belpaese l’agricoltura è ancora un punto di riferimento, anche se i lavoratori della terra, secondo i dati dell’Istituto di statistica Europea, stanno via via abbandonando la terra. Infatti solo il 30% degli agricoltori appartengono ai paesi dell’Euro Med, il resto sono di stanza per il 50% in Polonia e Romania. Appena il 20% nei restanti 18 partner. Per ultimo, oltre il 90% delle imprese agricole della UE, sono riconosciute nella fascia storica delle aziende a conduzione familiare e sono poco meno di – 500 milioni – le aziende agricole familiari nel mondo che danno da vivere a più di 2,5 miliardi di persone. Si tratta di aziende di ridotte dimensioni: “il 75% non supera 1 ettaro e solo il 2% i dieci” e praticano l’agricoltura tradizionale. Un terzo della popolazione mondiale dipende da queste aziende
Ci ferisce nell’orgoglio constatare che, proprio in Europa, l’agricoltura sia sempre più vecchia e piccola. La maggior parte delle aziende agricole sono di piccole dimensioni ma quelle più grandi, il 3% del totale, coltivano più della metà della superficie agricola utilizzata dell’Unione europea. Il caso più clamoroso? In Romania dove lo 0,5% delle aziende coltiva il 51% del suolo agricolo del Paese.
Queste informazioni consentono di comprendere meglio la struttura delle aziende agricole nell’UE. L’agricoltura europea è caratterizzata in generale da tre gruppi distinti: i) agricoltura di sussistenza, incentrata sulla coltivazione della maggior parte degli alimenti destinati all’alimentazione degli agricoltori e delle loro famiglie; ii) piccole e medie imprese generalmente a conduzione familiare; iii) grandi imprese agricole.
Nel 2016, un terzo delle aziende agricole dell’UE era situato in Romania (33%), un altro terzo in Polonia (14%), Italia (10%, 2013) e Spagna (9%). Sebbene numerose, la maggior parte delle aziende agricole dell’UE erano di piccole dimensioni; il 65% delle aziende agricole dell’UE aveva meno di 5 ha di superficie. Tuttavia, il 7% delle aziende agricole di 50 ha o più ha lavorato poco più di due terzi (68%) della superficie agricola utilizzata (SAU) dell’UE. Tra gli Stati membri, questa distribuzione è risultata più contrastante in Romania: nove aziende su dieci (92% o 3,1 milioni) erano di dimensioni inferiori a 5 ha, ma lo 0,5% delle aziende di 50 ha o più di superficie ha coltivato la metà (51%) di tutta la SAU del Paese. Le aziende più grandi (di 50 ettari o più) erano molto più diffuse in Lussemburgo (52% delle aziende), Francia (41%), Regno Unito (39%) e Danimarca (35%). Nella maggior parte degli Stati membri, la maggior parte delle SAU si concentrava sulle aziende più grandi (50 ha o più). Poco più della metà del fatturato agricolo dell’UE proviene dalla Francia, dalla Germania, dall’Italia e dalla Spagna. Francia, Spagna, Regno Unito e Germania insieme rappresentano la metà dei terreni agricoli dell’UE che la Francia ha utilizzato 27,8 milioni di ettari a fini agricoli nel 2016, il più grande di tutti gli Stati membri (16% del totale UE). Altri 23,2 milioni di ettari sono stati coltivati in Spagna (14%), 16,7 milioni di ettari nel Regno Unito (10%), 15,2 milioni di ettari in Germania (9%) e 14,4 milioni di ettari in Polonia (8%).In alcuni Stati membri la campagna è dominata dai paesaggi agricoli; oltre due terzi della superficie del Regno Unito (69%) e dell’Irlanda (72%) sono stati utilizzati come terreni agricoli e la percentuale è stata particolarmente elevata in Danimarca (62%). Ciò è in netto contrasto con la Finlandia (8%) e la Svezia (7%), dove il paesaggio è dominato dalla foresta, nonché con Cipro (12%).