ALCUNI IN PIAZZA, ALCUNI IN SALOTTO

Giu 16, 2016 | NEWS

di Rocco Tiso.

A volte, ascoltando i discorsi dei leader dei maggiori “sindacati” Italiani, ti senti ribollire il sangue. Tanta è la grinta da loro profusa, e dure e rivendicative sono le pronunciate in un clima di fervore che vede la partecipazione attiva e sentita dei presenti che gridano “lavoro lavoro”, che non puoi non rimanere ammaliato da quell’ipotesi di cambiamento che mai come in quel momento ti sembra a portata di mano. Il tifo che va oltre quello degli Hooligans ed è accompagnato dai canti della Resistenza. E noi, che ci ritroviamo con i tanti, con forza cantiamo nel coro convinti che lotta democratica prima o poi darà i risultati sperati: lavoro, equità, legalità, diritti, case, sanità, assistenza sociale gratuita e un futuro per i figli.

Indubbiamente dire che il piatto offerto dalle grida dei maggiori “sindacati” non è allettante sarebbe una bestemmia, anche se siamo ancora alle richieste senza
raccomandazioni.

CAMUSSO – FURLAN – BARBAGALLO sono fermi e decisi e l’uno compensa l’altro. E in effetti il governo “cede” e convoca diverse volte le organizzazioni per ascoltarle.

E poi? E poi niente. I nostri “sindacalisti” avranno avuto certamente modo di parlare, ma niente. Ah si, ecco cosa: la riforma Fornero, la cancellazione dell’articolo 18, le telecamere sui posti di lavoro, il Jobs Act e la riforma costituzionale. E questo solo per citare gli ultimi due anni. Se facessimo un passo ancora più indietro ci sarebbe davvero da mettersi le mani sui capelli.

Eppure per i “sindacati” maggioritari si sta combattendo, e anche duramente. Però, nostri cari “sindacati” maggioritari, scusate un attimo, a noi che da tanti anni siamo sotto il palco a gridare per il lavoro, i diritti, la giustizia e l’equità, ci è venuto in dubbio: non è che questi toni determinati e arrabbiati li usate solo quando siete in tv?