ANCHE QUESTA È FATTA (A.M.I.CO)

Apr 10, 2019 | Dalla Confeuro

E così, il Consiglio dei ministri in meno di mezz’ora ha varato il Documento di Economia e Finanza.

Come previsto, il Governo rivede al ribasso le stime di crescita 2019, mentre salgono deficit e debito: peggiorano, insomma, i conti pubblici italiani, in base a quanto previsto dal DEF. Il PIL 2019 sarà pari allo 0,2% (dal precedente 1%) mentre il deficit è atteso al 2,4% del PIL (dal 2,04% precedentemente previsto) e sale anche il debito pubblico al 132,7% dal precedente 132,2%.

Ecco i nuovi numeri dell’economia italiana, alla luce della nuova congiuntura che ha caratterizzato la fine del 2018 e l’inizio del 2019.

Crescita zero in Italia e salari in calo! Commentare le scelte dell’esecutivo, per noi è tempo sprecato.

Per avere le idee più chiare riportiamo i commenti di alcuni analisti. “Una flat a più aliquote è una battuta comica, un pensiero surreale, un imbroglio talmente gigantesco da risultare patetico. Questo è il problema: non la correzione dei conti, ma l’incorreggibile supponenza di chi pensa di affrontare problemi seri con un grottesco scilinguagnolo.

Il problema non è che l’aggiornamento dei conti governativi smentisca totalmente i dati fissati appena quattro mesi addietro, ma è che il modo in cui avviene e le indicazioni che se ne traggono tolgono al governo italiano qualsiasi credibilità. Il Fondo monetario internazionale ha definito l’Italia “zavorra d’Europa”, purtroppo questo modo di procedere è la pietra al collo che strangola un corpo produttivo forte, il cui sistema nervoso è affetto da allucinazioni. Con la legge di bilancio il governo aveva garantito che il debito pubblico, qualsiasi cosa accadesse, sarebbe sceso. Una certezza cui era ragionevole non credere (……)

“Il fatto è che con una pressione fiscale al 42,2% (dato del governo, non di un centro studi di teppisti) e con il debito crescente, quindi con l’aggravarsi del suo onere, riprendere il cammino dello sviluppo resta un miraggio, anche perché i soldi, nel frattempo, li si spende per agevolare chi non lavora e chi smette di lavorare..”( D. Giacalone Formiche)

“Che il Documento di Economia e Finanza sia quasi sempre una presa in giro non lo scopriamo certo oggi: previsioni di crescita gonfiate, debito e deficit che scende, misure con effetti taumaturgici. C’è più realtà nelle foto sulle confezioni delle merendine, e nessun governo ne è mai stato immune. Il Def per il 2020, tuttavia, rischia di infrangere ogni record, roba che ci immaginiamo le risate in Commissione Europea.(….)

Il condizionale è d’obbligo, visto che nel momento in cui scriviamo si parla solo di bozze. In ogni caso, partiamo dalle certezze: vanno trovati 23 miliardi di euro per disinnescare l’aumento dell’Iva e un’altra decina di miliardi per coprire gli errori di previsione del bilancio precedente, fondato su una crescita del Pil (e del gettito) pari all’1%. Trovare i miliardi vuol dire tre cose in un mondo governato dalle leggi della matematica: o tagli le spese, o aumenti le tasse o fai crescere il debito pubblico.

(….).Nessun nuovo miracolo italiano all’orizzonte, perlomeno: molto banalmente, suggerisce il governo, se non riducono le imposte e si aumentano gli investimenti, finiremo in recessione. Tutto questo, lo ricordiamo, per un reddito di cittadinanza snobbato dalla metà della platea degli aventi diritto e per una finestra triennale di prepensionamenti senza alcuna giustificazione fattuale.

Ma quello era il libro dei sogni dello scorso anno, e ce lo siamo già dimenticato….? (F. Cancellato – L’Inkiesta).

A.M.I.CO
(La Segreteria)