CAPORALI – COLLETTI – BIANCHI

Ago 7, 2018 | Dalla Confeuro

Sul camioncino che ieri si è sbriciolato contro un tir nel territorio di Lesina, nel foggiano, sono morti in 12. Tutti migranti, 7 erano regolari. Invece in quello che il 4 agosto si era schiantato sulla provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri, qualche decina di km più a sud, viaggiavano in 8 e a perdere la vita erano stati in 4. Tornavano tutti dal lavoro nelle piantagioni di pomodori. I camioncini diventano così carri per il trasporto bestiame. La cronaca parla di 16 morti in 3 giorni. Fanno notizia perché sono molti e concentrati in così poco tempo. Ma la prassi è antica. E nota: i caporali vanno a reclutare queste persone nei ghetti. La domanda da porsi è: perché esistono ancora questi ghetti? Ancora: portare a lavorare nelle aziende 12 persone dentro un furgoncino, trattate come merce, impiegate 10 o 12 ore nella raccolta dei pomodori girando in tutta tranquillità per le nostre strade significa che si tratta di un sistema che è diventato sociale. E socialmente accettato.
Cronaca quotidiana che presto dimenticheremo? Quanti di noi, però, si sono accorti di essere vittime dello stesso meccanismo dei “caporali”? Il caporale è colui che tiene la tua vita in mano perché maneggia i soldi che tu hai guadagnato lavorando e te ne lascia le briciole. Il caporale è quello che prevede l’assenza di regole solo per chi ne fa parte, in un sistema binario che ci hanno convinto non avere alternative. Una volta si diceva che per cambiare bisognava prima “prendere coscienza” della situazione, l’unico modo ancora oggi per combattere il mondo dei “caporali” resta quello. Un’impresa sempre più difficile, nella quasi totale assenza di una vera informazione.
Sono passati sette anni dal primo sciopero dei braccianti stranieri mai avvenuto in Italia, proprio in Puglia, organizzato dal camerunense Yvan Sagnet nel 2011. Quanti se ne ricordano e cosa è cambiato? Nei fatti, nulla.
Tutti sanno, tutti osannano, le sigle protestano, alcuni sparano, altri inveiscono “sporco negro”, perfino il ministro aizza le folle, ma gli uomini senz’anima quando muoiono tingono di rosso l’asfalto rovente. “Il colore dello sporco rosso”, riempie perfino le pagine della cronaca, ieri è successo, oggi le lacrime, domani dagli contro ….. migranti.