Per l’agricoltura servono fatti concreti, altro che parole. Serve un Piano Strategico Nazionale della PAC post 2020 in grado di assicurare contributi concreti dell’agricoltura al Green New Deal dell’Unione Europea.
Dal Convegno “PAC post 2020” che si è svolto a Roma, le Associazioni ambientaliste e della agricoltura biologica riunite nella Coalizione #CambiamoAgricoltura hanno lanciato la loro sfida per una agricoltura italiana più sostenibile, resiliente ed equa, in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambiziosi del Green New Deal promosso dalla nuova Commissione UE ed approvato la settimana scorsa dal Parlamento europeo.
Il principale strumento in grado di rendere l’agricoltura protagonista del Green New Deal è la Politica Agricola Comune post 2020, che dovrà promuovere e guidare la transizione ecologica dell’agricoltura per contribuire a risolvere le crisi ambientali globali e locali, mantenendo vitali i territori rurali, continuando a garantire la sostenibilità economica per gli agricoltori.
Per la Coalizione #CambiamoAgricoltura «la PAC post 2020 dovrà essere in grado di assicurare che l’agricoltura svolga appieno il suo ruolo in materia di ambiente, conservazione della natura e contrasto ai cambiamenti climatici, anche grazie alle innovazioni digitali che renderanno più facile il lavoro degli agricoltori, riducendo allo stesso tempo gli oneri burocratici, e sostenendo il ricambio generazionale e la diffusione dell’approccio agroecologico come l’agricoltura biologica e biodinamica. Per questo è necessario che il negoziato in corso del “Trilogo UE” (Parlamento, Consiglio e Commissione) per l’approvazione definitiva entro il 2020 dei nuovi Regolamenti della PAC tenga conto della “road map” per lo sviluppo sostenibile proposta dalla Commissione UE e rafforzata dal voto del Parlamento UE della settimana scorsa».
«Anche l’Italia dovrà poi fare la sua parte attraverso la redazione del proprio Piano Strategico Nazionale, nuovo strumento contenuto nelle proposte dei Regolamenti al fine di concedere una maggiore sussidiarietà degli Stati membri dell’Unione. Questo documento dovrà indicare il modo in cui ciascun Paese intende conseguire gli obiettivi generali delle politiche per uno sviluppo sostenibile dell’Europa. Nel Piano Strategico Nazionale saranno definiti anche i target intermedi per conseguire gli obiettivi, la cui realizzazione sarà valutata a livello degli Stati membri e verificata dalla Commissione europea in un nuovo esercizio annuale di monitoraggio e revisione».
«Una sfida per l’Italia che dovrà prevedere un percorso partecipato con tutti gli attori sociali ed economici interessati, fin dalle sue fasi preliminari dedicate all’analisi del contesto delle necessità a scala nazionale. In Italia questo processo partecipato è solo nelle sue fasi embrionali a differenza di molti altri paesi europei dove il dialogo è già avanzato. Il convegno di oggi ha, quindi, proprio lo scopo di stimolare il dialogo tra le istituzioni e tutti gli stakeholder».
I rappresentati delle Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura hanno espresso soddisfazione per il recente invito ricevuto dal MIPAFF per un primo momento di confronto, già nel mese di febbraio, ma auspicano “che il processo sia il più partecipato e trasparente possibile con il coinvolgimento dei diversi soggetti in tutte le fasi e discussioni sui 9 obiettivi della futura PAC, per un confronto aperto e costruttivo. Serve, quindi, la creazione di un tavolo di lavoro per la redazione del Piano Strategico Nazionale allargato a tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici, rendendo disponibili dati ed informazioni sulle pressioni e minacce che l’agricoltura determina sui sistemi ambientali e sociali, per identificare obiettivi operativi, concreti e misurabili, sui quali sarà valutata non solo l’efficienza nell’utilizzo dei fondi pubblici assegnati all’agricoltura, ma anche la capacità del nostro Paese di accogliere le sfide ambiziose del Green New Deal europeo».
CONFEURO
EUROCOLTIVATORI
(coalizzarsi per cambiare l’agricoltura)