CONFEURO: L’AGRICOLTURA SPROFONDA SOTTO I COLPI DEL’IMMOBILISMO E DELLE MENZOGNE

Lug 26, 2013 | Comunicati

Anche se è vero che il settore agricolo ha reagito meglio di altri alla fase recessiva e che la sua crisi più acuta sia iniziata dal 2012 e non dal 2008 come per altri comparti, – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – questo non significa affatto che oggi si possa celebrare, e invece ce ne sarebbero le potenzialità, l’Italia come un paese a vocazione agricola.

I problemi del primario sono tanti e diversi, ma forse quelli che fanno più male alla storia del Bel Paese sono quelli relativi all’occupazione agricola e all’inserimento delle nuove generazioni nel settore. E’ allarmante vedere come l’esigenza del ricambio generazionale nel nostro paese non attecchisca (sono solo il 5% le aziende condotte da under 35, mentre sono rispettivamente del 9% e del 10% in Francia e in Polonia); ed è allo stesso modo sconcertante notare nel “rapporto sullo stato dell’agricoltura 2013” di Inea come gli operatori agricoli siano passati, nel totale silenzio assenso della politica, dai 13 milioni degli anni 60 agli 870 mila del 2012. Questi dati – prosegue Tiso – assumono poi la forma di una vera e propria beffa se si considera che le tradizionali sigle della rappresentanza agroalimentare dichiarano di avere oltre 4 milioni di iscritti al loro interno.

E’ ormai chiaro a tutti il bisogno di una profonda riflessione sul futuro del primario e l’esigenza di maggiore democrazia e trasparenza. Ed è per queste ragioni – conclude Tiso – che auspichiamo il ministro De Girolamo voglia dar presto vita a degli nuovi stati generali dell’agricoltura italiana.