Gli ottimi risultati dell’export ottenuti dall’ortofrutta fresca e trasformata e certificati dai dati Ismea (nel 2017 + 6% su base annua nel primo trimestre) dimostrano la grande vitalità del settore; nonché una delle tanti risultanti positive che è possibile ottenere attraverso la conservazione e la tutela della biodiversità italiana.

Questo ramo del mondo agroalimentare vale attualmente circa 12,3 miliardi di euro, pari al 25% della produzione agricola, e mostra continui segnali di sviluppo. Il primario ha chiaramente bisogno di puntare sulle proprie eccellenze per riuscire a trainare il Paese fuori dalla crisi, e l’ortofrutta fresca e trasformata è senza dubbio una di queste.

Quel che però non bisogna assolutamente fare è confondere il valore dell’export con l’esigenza di aumentare i consumi interni. Il primo infatti è spesso ad esclusivo appannaggio di quelle grandi aziende che hanno la forza e la possibilità economica di competere sul mercato globale, ma non è in grado di preservare il patrimonio enogastronomico nazionale nel suo rappresentare un tratto distintivo della cultura italiana.