Ormai ci siamo, finalmente siamo nella nuova era, i bene informati raccontano che l’Istat e la Fondazione Ugo Bordoni hanno presentano i risultati di uno studio congiunto sulla diffusione di Internet nella penisola dei fiori. Nel rapporto Internet@Italia2018 consente di tracciare un profilo degli utenti e dei non utenti di Internet fornendo elementi per valutare quali sono le determinanti socio-culturali e le carenze infrastrutturali del nostro Paese.
Inizialmente l’Italia era tra i paesi più virtuosi, col passere del tempo siamo ridotti piuttosto male nell’evoluzione delle ITC – Tecnologie dell’Informazione e della comunicazione – comunque le cose non sono tragiche, oggi il 72% delle famiglie accede a internet.
Naturalmente la bilancio pende sulla generazione delle reti – 95/2000. È scontato che gli anziani siano tagliati fuori. Soprattutto agricoltori e contadini.
Recentemente al Web Marketing Festival di Rimini è tato acclarato, che “c’è l’intelligenza artificiale e quella alimentare: una sfida nella sfida per il mondo di domani. Cibo, agricoltura e digitale: quanto lo smart farming può impattare sulla nostra società? Poi la solita cantilena, attenti a lupo perché chi non lo sapesse:
“Nel 2050 saremo quasi in dieci miliardi sulla Terra e se il cibo è un diritto dovremmo mangiare tutti – occorre aumentare di oltre il 60% la produzione alimentare di oggi, per questo servirà anche tanta acqua in più. La sfida è produrre di più con meno: produrre più cibo con meno risorse a cui dobbiamo lasciare il tempo di rinnovarsi. Sono in atto cambiamenti climatici al punto che i prodotti del sole e del clima temperato saranno prodotti tra le montagne dei confini a nord – Est.
Il relatore: bisogna utilizzare il digitale, nei diversi passaggi dal produttore alle filiere per la distribuzione di alimentari, decisamente va utilizzato anche in agricoltura il digitale terrestre. Per esempio proprio “L’agricoltura di precisione serve ad ottenere di più con meno, controllare i parassiti con i droni, per mappare i terreni, per ottimizzare l’impiego dei mezzi tecnici…” Ma, ecco i veri dubbi e le concrete perplessità: non ha senso aumentare le produzioni se quasi la metà le buttiamo via? Non è eresia intervenire sull’educazione alimentare, dare valore al cibo, rafforzare il legame tra salute e cibo: al mondo ci sono più obesi che affamati, è una grande contraddizione.
Certamente l’agricoltura convenzionale e specializzata non potrà fare a meno dello sviluppo tecnologico e dell’informatizzazione, allo scopo di ridurre l’impatto sull’ambiente, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici e le caratteristiche del suolo, e, ovviamente, diminuire i costi per gli agricoltori.
Comunque anche la proposta della PAC 2021 2027, contiene risorse per l’adozione di tecnologie informatiche. Tra l’altro l’informatizzazione dell’agricoltura europea è iniziata da molti anni, il territorio europeo è monitorato costantemente da un sistema integrato, foto aeree e banche dati. Ogni metro di superficie agricola è da anni accuratamente registrato ed esaminato in banche dati gigantesche. Una riflessione sulla convenienza costi – ricavi, danni ambientali e biologici e alla salute. Più di un esperto sostiene che a parità di costi, l’agricoltura del vecchio continente potrebbe trasformarsi in pratiche colturali ecologiche, biodinamiche e Agroecologiche.
Noi siamo per l’alternativa, il futuro è già invecchiato. Il pianeta si salva, solo con un’agricoltura sostenibile che preferiamo chiamare al “naturale”.