IL “SANGUE DI GIUDA”

Apr 17, 2018 | Dalla Confeuro

Il VINITALY di Verona, quest’anno “cade a fagiolo”. Tra gli stand si muovono ombre, nel paese delle ombre, dei dubbi e dei sospetti, si teme il peggio “un Governo ombra”. Naturalmente girare tra i viticoltori è salutare per la politica. «Sono qui a onorare il lavoro di eroici imprenditori», dice il segretario della Lega Salvini. Di Maio, Casellati, Meloni, Martina, Gelmini, Brunetta, Zaia: tutti al balcone di Romeo e Giulietta.
Il segretario della Lega visita anche Coldiretti e Confagricoltura, poi nel pomeriggio tutti da Vespa. Si Bruno di Raiuno, padiglione 7. È lui l’anfitrione dei suoi vini, prodotti nella masseria pugliese presso Manduria. Se il salotto di Porta a porta è la terza Camera della Repubblica, il salottino allestito al Vinitaly è la prima cantina dello Stato. Come a Roma, l’andirivieni è continuo e l’accesso è regolato da un sommelier in frac. La prima a sedersi è Giorgia Meloni con un gruppo di parlamentari veneti di Fratelli d’Italia. Poi è la volta della Casellati accompagnata da deputati e senatori di Forza Italia. Salvini vi si reca nel pomeriggio con una robusta scorta leghista. La gente si ferma all’esterno, scatta foto, invoca il giornalista e l’aspirante premier. Qualcuno si dà di gomito: «Stanno facendo il governo». Ma l’ospite nega e tutela la riservatezza dei dialoghi.
Nel salottino di Vespa il clima è reso cordiale da un originale spumante rosé battezzato Noitre, che potrebbe essere benaugurante per l’unità dei centrodestra. Ma di ufficiale niente e nemmeno di ufficioso, le forze politiche vincitrici sono tutti li, ma non si incontrano, nessuna consultazione illuminante, resta tutto in ombra, anche perché il leader pentastellato non si è fatto vedere.
Ma i rappresentanti dei tre partiti non s’incontrano nemmeno alle consultazioni ombra, alle quali Di Maio manco si presenta. Saltato anche lo stand dell’ex ministro Brunetta che con la moglie Titti ha una tenuta a pochi passi dal santuario del Divino Amore presso Roma. Lo stand dei coniugi Brunetta è più piccolo: c’è posto soltanto per i brindisi e l’orgoglio forzista. «Non morirò leghista e nemmeno grillo-leghista garantisce – Il governo partirà da chi ha vinto le elezioni. E se i 5 stelle non ci stanno ce ne faremo una ragione».
Calici al cielo, c’è un aria di compiacimento. Il vino è rosso frizzante viene da una spremuta mista di Croatina, Barbera, Uva Rara e più di un grappolo di Nesopolina. Il rosso è un rosso rubino carico con riflessi porpora, spuma compatta e persistente. Profumo intenso, fruttato con note di confettura di lampone, mirtillo, mora, sentori di violetta. Dal sapore dolce fresco, vellutato, con retrogusto di ribes nero.
L’unica nota stonata è il nome, sembra niente, ma dare un Governo al Belpaese brindando con < il Sangue di Giuda >. Si rabbrividisce solo al pensiero che ancora non giurano, ma nelle vene scorre il sangue di Giuda. Che tradì Cristo, figuriamoci gli uomini.