“Con questa legge elettorale andare a nuove elezioni significherebbe gettare il paese nel caos”. Va bene, d’accordo, può anche essere vero magari. Ma allora perché si è smesso di parlare del come modificarla? Non sarà mica che il primo obiettivo dei nostri eletti è quello di rimanere su quelle poltrone in cui sono seduti proprio ora mentre rimetter mano alla legge elettorale ridurrebbe di troppo la loro permanenza?
In effetti è difficile negare che questa perplessità sia legittima, anche perché in alternativa non si sta parlando di altre questioni come il lavoro, le riforme istituzionali, i costi della politica o la situazione del meridione.
Il dubbio che i cittadini siano stati presi un’altra volta in giro è purtroppo ben più che motivato e quasi una costante della politica nostrana. Il problema è che la situazione di oggi non è più quella di ieri e lo scollamento tra i rappresentanti politici e il paese rischia di creare danni inimmaginabili e pericolosi. Il tempo per adagiarsi è finito ed è invece giunto quello di lavorare, soprattutto per chi, sazio di uno stipendio smisurato quanto immotivato, fino ad ora non lo ha mai fatto.
Il nostro appello, quindi, è perché si faccia subito una nuova legge elettorale che ridia voce ai cittadini italiani e consenta loro di esprimersi e valutare i propri amministratori, amministratori i quali, purtroppo, sembrano fino ad oggi sordi alle richieste di buon senso e civiltà.