LA DEMOCRAZIA DEI BUSSOLOTTI (Iniziativa Comune)

Mag 30, 2018 | Dalla Confeuro

Roma, Oggi, Ore Otto
Di norma le estrazioni a sorte, sanno di pari opportunità, anche sotto questa ottica riaffiora il concetto di garantismo di assoluta imparzialità. Ecco il Partito Lotteria sul cui sito si legge “Ogni rappresentante del Partito Lotteria è libero di perseguire le proprie finalità personali e politiche senza alcun vincolo verso il partito e verso gli altri eletti. In particolare ogni rappresentante eletto è libero di non partecipare all’attività politica parlamentare”.
Insomma in quest’Italia dove la politica è diventata molte, troppe volte “un affare personale” e ci si è dimenticati, che fare politica vuol dire essenzialmente mettersi al servizio della cosa pubblica, un posto alla Camera o al Senato secondo il Partito Lotteria non si nega a nessuno e dato che spesso nell’ambito politico, ma anche in quello economico e pubblico del nostro Paese la meritocrazia è un principio di valutazione decisamente calpestato, i candidati lottoristi li sceglierà la sorte.
Valutando meglio questa provocazione surreale e assolutamente efficace. E’ inutile denunciare comportamenti scorretti e riempirsi la bocca di regole e principi che poi non si avverano mai. Se si vuole davvero che la politica non diventi una lotteria, occorre parlare meno e agire di conseguenza.
Una scommessa, non tanto utopica!
Non si vorrà mica che la politica diventi una lotteria! O forse sì? Il principio dell’uso del sorteggio in politica può suonare strano, ma è garantista!
Il garantismo è la concezione dell’ordinamento giuridico che conferisce rilievo alle garanzie giuridiche e politiche volte a riconoscere e tutelare i diritti e le libertà fondamentali degli individui da qualsiasi abuso o arbitrio da parte di chi esercita il potere.
È garantista chi accoglie i principi del garantismo, sostenitore del rispetto delle garanzie costituzionali: ordinamento giuridico garantista.
Dai comportamenti, sorge il dubbio che l’insistenza fosse figlia dei poi chi, favorendo i tanti.
Se ci pensi La flat tax è regressiva, mentre l’uscita dall’Euro è una misura che va contro i poveri: se si svaluta la moneta, la prima cosa che si svaluta sono gli stipendi dei lavoratori. E poi c’è la cosa più importante, quella che tutti si dimenticano, se i mercati crollano perdiamo noi: il pensionato, il povero, il giovane, a cui tocca la fila agli sportelli bancari, come in Grecia. Ed è quello che manda davvero in crisi un Paese, la fila fuori dalle banche. Lo spread lo puoi controllare, la corsa agli sportelli no. Quando si parla di Europa, parliamo di questo: che non c’è niente, in tutto il Vecchio Continente, che possa evitare le code agli sportelli. La difesa del risparmio è un dovere istituzionale. Sia fatta perché le banche siamo noi.

E se dobbiamo fare una battaglia, una sola, in Europa, non è quella contro la moneta unica, ma quella per avere i risparmi garantiti in tutta Europa. Oggi un Euro in un conto corrente tedesco vale di più di un Euro in un conto corrente italiano.
In un’ipotesi di crisi del debito sovrano, le loro banche sono più sicure delle nostre. E quindi metti i soldi nei Paesi che presumi abbiano le metriche debito/Pil migliori . A meno che, ovviamente, non decidi di garantire i risparmi in egual misura in tutta Europa. È un patto sociale che ci tiene assieme. Senza, è un’Unione Europea a metà.
Simo basiti perché sembra tutto un pretesto, un attentato all’intelligenza degli italiani e, forse, anche ai loro portafogli. Perché in ballo dietro slogan e facilonerie sull’Unione Europea (che siamo anche noi) e sulla moneta comune (che è anche nostra) e sul debito pubblico (che è affar nostro, ma che la scelta europea ha reso più sostenibile anche se non meno pesante) ci sono davvero i risparmi delle famiglie, l’esistenza e lo sviluppo di imprese grandi e piccole, il lavoro e i servizi essenziali per noi e i nostri figli.
L’Italia e gli italiani meritano più trasparenza, più linearità, più verità. Il presidente Mattarella, con l’incarico di servizio al professor Carlo Cottarelli, ha aperto una via «neutrale» all’uscita dalla più paradossale delle crisi. Sino all’ultimo la speranza sarà che i signori della politica sappiano usarla al meglio. Nonostante tutto.

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