LA PRIMA CANDELA – (A.M.I.CO.)

Giu 3, 2019 | Dalla Confeuro

Sembra un’eternità, eppure è passato solo un anno dall’insediamento dell’attuale esecutivo. Partorito con il “cesareo”, dopo incontri, scontri e dichiarazioni al vetriolo, culminante nel contratto stile germanico, come dalle nebbie di Berlino, ancora sfumato comparve il Presidente Conte, intestatario dell’omonimo Governo.

Cominciarono, in un clima di reciproco sospetto, febbrili trattative e dopo il colpo di scena della comparsa e scomparsa di Cottarelli, il giallo e il verde trovarono la quadra e partì il governo del professore. Apparve subito come una struttura consolare, prima a tre, poi a due. Adesso non più consolare ma con la guida di uno solo al comando, il conducator o capitano, fate un po’ voi.
Naturalmente la squadra si compone anche di alcuni ministri, salvo poi prendere atto che sono li, solo per rispettare il protocollo.

Prima di spiare il lavoro dei ministri, vediamo come e cosa ha funzionato nell’esecutivo. Senza tema di smentita le punte di diamante del palazzo che fu dei Chigi, sono i “comunicatori”. Squadre di giovanotti e giovanotte dedite all’aggiotaggio del follower, addestrati a procurare esplosioni virali di post, tweet e foto instagrammate, propalatori di false intimità governative contrabbandate per rapporto diretto e au pair, perché uno vale uno e tu, popolo bue, puoi concederti una sbirciatina dritto dentro la bovinità che è nel leader-Ministro così simile a te.

Titoli e strilloni sulle prime pagine del sistema comunicazione – tattica in voga nel nuovo millennio.
Non tutto è oro colato, sulla squadra e su alcuni attaccanti non si può che stendere un velo, e non solo, anche i due – speaker – specie uno, addestrato alla diplomazia delle parole nelle migliori università anglosassoni, con master di specializzazione mirata ad ingrossare il debito pubblico – tanto pagano i “credenti” – ma ciò che è apparso davvero insopportabile è stato il passo ansiogeno, da campagna elettorale infinita, impresso alla politica. Che indica insieme ansia da prestazione e limitati contenuti.

Ma a tenere banco è stato ed è tuttora il tasso di litigiosità tra i “galletti” colorati – alcune testate hanno pubblicato il catalogo delle liti degli ultimi mesi contandone 30- ed anche i toni carichi di veleno che avrebbero dovuto far pensare ad ogni osservatore in buona fede che da un momento all’altro il vaso si sarebbe rotto. O che fosse tutto un impudico teatrino, perché alla fine i contenuti, si sa, sono un optional e quel che conta è la comunicazione.

Resta quindi un governo penzoloni e fino a quando fa comodo a chi lo sostiene, meglio fino a che spreme gli Italiani e si minimizza facendo la conta dei voti, anche se pende, questo “accrocco” viene retto dal filo di ferro. I più curiosi si domandano e i ministri cosa fanno? Proprio su questo “si sostengono i due uomini forti” meglio silenti o impegnati a fare niente!

Del resto gli insigniti si differenziano tra quelli in prima linea e quelli dietro le quinte. Alcuni a comunicazione difficile, altri conflittuali. Quelli che tentano il dialogo con i cittadini i guerrafondai e i fuori categoria.

Su tutti, sempre e ovunque, di persona, sui mass media, tramite social è il destino necessitato dei due vice premier, in ragione del loro ruolo di capi delle due anime della coalizione di governo. Tuttavia, le similitudini in campo comunicativo si fermano a questo. Le scelte comunicative del vice verde si sono accentrate su pochi argomenti (migrazione, sicurezza) e molti hashtag, spesso mascherando con un modello di comunicazione neopopulista, la campagna elettorale permanente, un’azione politica sovente svolta al di fuori dei canoni e dei recinti istituzionali che ha portato risultati elettorali non facili da raggiungere per un candidato che spende di suo.

Diversa la situazione del vice premier pentastellato che appare ingolfato dai vincoli del difficile rapporto tra correnti all’interno del Movimento 5 Stelle e quello, ancora più complesso, con una base elettorale ondivaga e pronta a cedere alle promesse elettorali dei competitori politici.

Chissà, visti i risultati della recente tornata elettorale, potrebbe verificarsi che la struttura di comunicazione del M5S si renda cosciente, prima di cadere in altre incertezze, come il lancio delle romantiche immagini di un vice presidente del Consiglio con due ministeri determinanti che rispondono al verbo del capo politico delle stelle cadenti.

Detto questo è doveroso augurare buon compleanno, anche se la candela, da tempo è spenta.

A.M.I.Co.