LAVORO SULLA RUOTA DEL NERO DA FRANCESCO A CONTE

Ago 8, 2018 | Dalla Confeuro

Francesco, agli studenti d’Europa: “Senza lavoro ai giovani resta il suicidio la droga e la guerriglia – da quando la finanza ha preso il centro del sistema al posto dell’uomo ciò accade con maggiore frequenza che in passato”
La denuncia inattesa e forte non viene da uno qualsiasi ma da papa Francesco che ricevendo in udienza un gruppo di giovani studenti ha fatto sua la preoccupazione di uno di loro che gli ha chiesto cosa può fare uno che ha sempre un’occupazione garantita a capire il dramma della disoccupazione che colpisce tantissimi giovani.
E oggi, a suo avviso, nessuna cosa colpisce e umilia la dignità umana quanto la mancanza di lavoro, la possibilità di portare a casa uno stipendio e poter sostenere la propria vita e la propria famiglia.

Oggi, a parere di Francesco, l’ostacolo più grande che si frappone a questa dignità fondamentale delle persone, specialmente giovani, non è tanto l’economia che è riformabile, ma la finanza.

Il potere della finanza è un meccanismo infernale che tutto divora, comanda e determina i mercati e impone a chi deve cimentarsi prezzi irrisori, che innescano una catena che si sta mangiando la dignità umana.

Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti: lavoro in nero controllato dai caporali, vite spezzate per pochi centesimi l’ora, sono cresciuti i suicidi, la droga ma a vincere è un sentimento silenzioso che annulla lesistenza.

Ha fare i conti sul lavoro nero – Confcooperative Censis – focus “Negato,irregolare,sommerso: il lato oscuro del lavoro”

il monopolio va alle FALSE COPPERATIVE con 3,3 milioni di vessati nelle imprese e 500mila
in agricoltura.
Cosi il sommerso ha fatto cassa con la crisi: oltre 3,3 milioni i lavoratori vessati nelle false imprese, in tutti i settori produttivi del Paese con il salario medio orario che scende da 16 euro a 8 e un’evasione tributaria e contributiva che tocca quota 107,7 miliardi, quattro volte una manovra finanziaria.

Le imprese che ricorrono al lavoro irregolare riducono il costo del lavoro di oltre il 50% mettendo spesso fuori mercato le aziende che operano nella legalità. Mettono una grave ipoteca sul futuro dei lavoratori lasciandoli privi delle coperture previdenziali, assistenziali e sanitarie per un’evasione contributiva pari a 10,7 miliardi. Mentre 97 sono riconducibili all’evasione tributaria.

Confeuro sottoscrive la denuncia di Maurizio Gardini, presidente di Alleanza Cooperative – e condivide l’allarme “hasta a chi ottiene vantaggio competitivo attraverso il taglio irregolare del costo del lavoro che vuol dire diritti negati e lavoratori sfruttati. Se le false cooperative sfruttano oltre 100.000 lavoratori emerge, invece, un’area grigia molto più ampia che interessa le tantissime false imprese di tutti settori produttivi che vessano in un lavoro irregolare e sommerso oltre 3,3 milioni di persone».

Sul milione di badanti a nero Gardini precisa «le famiglie evadono per necessità. Le false imprese lo fanno solo per moltiplicare i profitti e mettere fuori gioco le tantissime imprese che competono correttamente sul mercato».

Fra le voci più rilevanti dell’evasione si distingue quella relativa all’Iva che sfiora i 36 miliardi di euro e quella da mancato gettito dell’Irpef derivante da lavoro e impresa, pari a 35 miliardi di euro. La sola Irap fa registrare una mancata contribuzione di 8,5 miliardi. Il mancato versamento dei contributi risulta pari a 2,5 miliardi per il lavoratore dipendente e a 8,2 per il datore di lavoro.
Nella classifica de sommerso in testa:
Calabria (9,9%), Campania 8,8%), Sicilia (8,1) e Puglia (7,6%)
Intanto, solo a seguito di circostanze luttuose in cui hanno perso la vita 12 braccianti, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è precipitato a Foggia per ricordare che «vanno rafforzati i controlli e la prevenzione contro il caporalato».
Mentre – il presidente della regione michele EMILIANO ha partecipato alla riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dal ministro dell’interno ed ha consegnato il piano triennale per le politiche migratorie della regione. e “ha ripercorso tutti i temi legati alla questione del caporalato che aveva gia’ formalizzato allo stesso ministro in una lettera, inviata la scorsa settimana, prima dei gravi incidenti degli ultimi giorni in cui hanno perso la vita sedici lavoratori migranti”.

Non possiamo asserire se il ministro era al corrente. L’unica certezza è che a convocare il summit hanno provveduto i 12 migranti morti!