L’EUROPA PERDE NUOVAMENTE IL TRENO DEL PROGRESSO E DELL’INNOVAZIONE

Ago 2, 2018 | Dalla Confeuro

La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che gli organismi ottenuti dai nuovi metodi di mutagenesi devono essere considerati organismi geneticamente modificati (OGM) e quindi saranno soggetti agli obblighi imposti dalla direttiva 2001/18 / CE grazie alla quale pochissimi Ogm sono riusciti a raggiungere la fine del lungo, noioso e costoso processo normativo. E’ una pessima notizia, incomprensibile da un punto di vista scientifico, che puo’ far perdere un nuovo treno all’Europa, mentre altri paesi (in particolare gli Stati Uniti, ma anche Svezia e Olanda, con alcune decisioni specifiche, che tuttavia rimarranno soggetti all’UE in materia di commercializzazione) adottano posizioni contrarie; il nostro continente perde competitività e capacità di trasferire l’innovazione tecnologica alla società.
Dietro questa sentenza del tribunale europeo, nata dalla interrogazione di un sindacato francese degli agricoltori e dello stesso Stato francese, si nasconde qualcosa di molto più importante: sapere come reagirà l’Unione Europea alle nuove tecniche di modificazione genetica (editing) che hanno rivoluzionato la biologia, la biomedicina e la biotecnologia, principalmente con strumenti CRISPR, di origine spagnola, grazie al lavoro di Francis Mojica dell’università di Alicante. Questi metodi consentono di alterare i geni in modo specifico, creando nuove varietà mutanti che possono avere caratteristiche utili ed interessanti. I Crispr sono derivati dai batteri e consentono il taglio del genoma di un organismo in siti precisi. Dopo il taglio, l’organismo reagisce riparandolo ed è in quel momento che le cellule fanno errori e si verificano mutazioni, che includono cambiamenti di alcune lettere (cioè le basi azotate che costituiscono il codice genetico, ndt) o l’eliminazione di un gruppo più o meno numeroso di lettere. Un meccanismo molto simile a quello che si verifica quando si utilizzano metodi fisici (radiazioni) e chimici su un organismo, che inducono anche tagli nel genoma (ma questi sono casuali) che devono essere ugualmente riparati, ottenendo mutazioni simili.
Non ci sono differenze scientificamente significative tra organismi mutanti ottenuti con metodi classici di mutagenesi o mediante modifica genetica (editing). Ma ci sono le differenze legali. Gli organismi irradiati (o trattati con agenti chimici), nonostante siano considerati Ogm (poiché le modificazioni genetiche sono state ottenute con metodi non naturali), sono esenti dall’essere regolamentati dalla direttiva europea. Sono considerati sicuri. Ce ne sono migliaia a oggi autorizzati, molti dei quali nei nostri supermercati. Al contrario, la sentenza ora ci dice che gli organismi reati con l’editing, il cui risultato e’ simile, sono anche essi Ogm ma in questo caso non sono esentati dall’essere regolati dalla direttiva. La sentenza argomenta (senza fornire prove scientifiche) che possano presentare rischi per la salute umana e l’ambiente simili a quelli presentati dal resto degli organismi transgenici (che non presentano rischi). Cio’ e’ sorprendente, dato che gli organismi transgenici, per definizione, incorporano un nuovo gene che conferisce nuove caratteristiche all’organismo.
Ma generalmente, non c’è introduzione di nuovi geni negli organismi creati con l’editing. E dal momento che non viene introdotto nulla, non c’è nulla che permetta di rilevarli in modo inequivocabile. In effetti, le mutazioni equivalenti possono essere ottenute con metodi fisici, chimici o spontaneamente, grazie all’editing genetico. Non ci sarebbe nessun essere umano o macchina in grado di differenziarli. Tuttavia, la giustizia ci dice che i primi sarebbero esentati dal regolamento ed i secondi no. Questa è l’assurdità che c’è dietro questa sentenza, che rinuncia all’uso di prove scientifiche per giustificare la sua decisione. Questo è ciò che accade quando insistiamo nel regolare il processo e non il prodotto finale.
La giustizia europea applica nuovamente il principio di precauzione, per forzare la regolazione degli organismi ottenuti da editing genetico come se fossero transgenici, senza che lo siano. Che cosa li rende diversi dagli altri Ogm che stiamo ottenendo da anni con altri metodi di mutagenesi che finora non sono stati regolamentati? E, cosa che penso sia più importante, quale sarà il costo per la nostra economia bloccando lo sviluppo e la produzione di nuovi organismi da editing nell’UE? Qualcuno crede che riusciremo a trattenere le imprese biotech che dovrebbero essere il motore della nostra innovazione tecnologica? Temo che dopo questa sentenza continueranno a restare fuori dall’Europa o, le poche ancora rimaste, staranno già facendo i bagagli.

Fonte: El Pais