Le scene degli animali selvatici che scorrazzano nei centri abitati in cerca di cibo sono ormai all’ordine del giorno. Gli avvistamenti di orsi, lupi, cinghiali, daini, oche, topi, serpenti, mufloni –  solo per citarne alcuni – sono triplicate. Ha fatto il giro dei social network la triste storia dell’Orsa Amarena che, dopo un primo avvistamento con i propri cuccioli in un paesino abruzzese, è stata abbattuta selvaggiamente a colpi di fucile. La sua unica colpa era quella di essersi avvicinata troppo a un’abitazione, probabilmente in cerca di cibo per i propri piccoli. Condanniamo la violenza verso animali, che seppur di notevoli dimensioni, non hanno attaccato l’uomo, sono specie a rischio, e vengono uccisi con troppa facilità.

La situazione è diversa per altre specie di animali, come i cinghiali, ormai in sovrannumero nei boschi, costretti a procacciarsi il cibo nei vicini centri abitati. I cinghiali sono una piaga per gli agricoltori: distruggono i raccolti e i terreni sui quali passano. La presenza umana ha stravolto gli equilibri di un tempo e ormai non esistono più predatori di questo suino, in più forniamo loro cibo che spesso stracolma dai secchi dell’immondizia, attirandoli come api al miele. La loro crescita è fuori controllo, a differenza degli orsi che sono specie protetta, e urge un piano di contenimento. I cinghiali, inoltre, sono spesso responsabili di focolai di malattie letali per gli allevamenti, come la peste suina.

Per evitare incidenti futuri con le crescenti invasioni di animali selvatici nelle nostre città,  per salvaguardare le attività agricole umane, serve un piano di gestione della fauna selvatica, che differenzi specie e specie e che preveda degli interventi per la protezione o il contenimento delle nascite. Bisogna agire in fretta, il tempo ormai è scaduto!