RAPPORTO OCSE 2019 – conferma impietosa decrescita – (A.M.I.CO)

Apr 2, 2019 | Dalla Confeuro

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – OCSE, nel presentare il solito Rapporto sulla situazione economica italiana, conferma che l’Italia è destinata a non crescere (0,2%) nel 2019, ma che potrebbe invertire la marcia (+0,5% nel 2020) qualora si puntasse con determinazione sull’aumento della produttività e del sostegno alle imprese. Ci sono alcuni suggerimenti come: stimolare una crescita sostenuta e inclusiva, elaborare un programma pluriennale di riforme istituzionali, economiche e sociali e non abrogare le importanti misure adottate negli ultimi anni. L’Ocse spinge affinché vengano “applicate pienamente le riforme delle banche popolari e cooperative”, e nel contempo caldeggia “l’abrogazione delle modifiche alle regole sul pensionamento anticipato e boccia senza mezzi termini “quota 100” in quanto aumenterà la diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico”. Insomma : “Una marcia indietro sul regime di pensionamento anticipato introdotto con – Quota 100 – consentirebbe di liberare risorse per i prossimi sei anni pari a circa 40 miliardi di euro.

Sul il Reddito di cittadinanza l”OCSE è implacabile: “rischia di incoraggiare l’occupazione informale e di creare trappole della povertà”. Poi sottolinea che: I problemi si risolvono facendo una serie di riforme pluriennali per favorire una crescita più solida e inclusiva e ripristinare la fiducia nella capacità di riforma”. Infine il segretario generale dell’Ocse ha parlato anche della salute del settore bancario in quanto il nostro Paese ha un debito pubblico superiore al 130% del Pil e la sua riduzione dovrebbe essere “una priorità” per l’attuale governo gialloverde.

Naturalmente non tardano ad arrivare le risposte dei nostri uomini politici di “spicco”, entrambi con messaggi al cianuro. Pacata e riflessiva la risposta del nostro ministro dell’economia :“È più facile fare le riforme quando l’economia va bene. Nel rapporto Ocse non ho visto un disaccordo di fondo sulle linee proposte, noi vogliamo portare a compimento alcune riforme che da un lato diventano più urgenti, ma anche più difficili da fare”. Poi: “Quota 100: non è solo una misura temporanea, è temporanea e sperimentale perché serve ad affrontare un problema di transizione.

Una posizione equilibrata, che non è piaciuta agli alleati di governo, che hanno scaricato addosso a Tria tutto il caricatore. Nulla impedisce, dopo il voto di maggio, ai nostri Vice, di appiccare il fuoco sotto la padella dell’economia. Del resto il ministro Tria si trova al governo per una congiuntura astrale favorevole, determinata dal veto del Quirinale al nome di Paolo Savona.

Cambiano i numeri delle Repubbliche, ma i metodi restano gli stessi. La cosa – strana – è che i Cittadini della prima, della seconda e di questa in corso, vengono coinvolti “virtualmente”, solo quando fischiano le orecchie.

A.M.I.CO (La Segreteria)