Forse tra i quattro, il più anziano rischia di avere ragione.
Siamo nel bar del paese, dove si ritrovano un po’ tutti.
Sono gli scampati dalla noia, dal bombardamento mediatico. Sono lì, intorno al solito tavolo e giocano, come ogni giorno, a carte. All’improvviso lo specialista dello scopone scientifico: il governo gialloverde «è pericoloso perché fa solo danni al paese, fa solo annunci e non combina niente: prima o poi verrà abbattuto».
È un fiume in piena, l’anziano vede un’Italia sull’orlo del disastro: «Qui siamo di fronte a quelli che ti rubano la casa e ti ammazzano la moglie. Siamo in situazione di pre-guerriglia Se il governo … invece di ragionare … parla alla “pancia” degli italiani? Poi dopo una discussione accesa, un’altro ammette: “non fingiamo di non sapere … che questo è un paese sull’orlo di una crisi di nervi”; un ragazzo spunta dal capannello: “come si fa a dire certe cose se…..??”. Prima che dalle parole si passasse ai fatti, interviene il titolare del locale e getta acqua sul fuoco, (……): «le barricate gli italiani le fanno “coi mobili degli altri”»
La realtà registra che nel Belpaese c’è un odio profondo, che cova in tutti i ceti, anche in quelli che non consideriamo mai e chiamiamo ceti popolari: pensionati, casalinghe perse, giovani disperati, che non trovano lavoro. C’è ancora qualcuno che sbotta «tutti i partiti sono screditati, questo governo è peggio perché ci sono incompetenti e prepotenti basta leggere di tribunale dei “ministri?”»
Fa impressione vedere un anziano veggente, come in una tragedia greca, vede che l’Italia si sta frantumando, ma è come se non sapesse leggere le cause della catastrofe in atto: una rivolta politica generalizzata, classificata comodamente sotto il nome di “populismo”, ma in realtà innescata dall’inaudito sfascio sociale prodotto dall’economia privatizzata “a tradimento” negli anni ruggenti! Quanti, tra gli allora fan di Di Pietro e Mani Pulite, si accorsero del summit a bordo del Britannia – la dimora reale della Regina d’Inghilterra sul mare dove, nel 1992, si decise per la svendita del paese al capitale finanziario globalizzato?
In quanti si accorsero del disastroso effetto del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, che trasformò il debito pubblico in tragedia nazionale?
Peccato che non tutti hanno avuto la sfortuna di analizzare la gravità degli eventi maturati, con il “golpe delle élite” che ci ha precipitato nella post-democrazia (ben prima dell’avvento del governo in carica).
Per ultimo il ministro degli interni e Vice Premier, di fronte al “tira e molla” dei vari tribunali in ordine alle accuse di presunto “sequestro aggravato di persone”, invece di affermare nel piccolo schermo, pilotato dall’amico di cordata, che reitererà il reato contestato e di fare ricorso alle
decisioni del Senato, proprio per rispetto del semiciclo di Palazzo Madama e per le Istituzioni della Repubblica, dovrebbe mettersi in discussione. Siccome sembra non sia intenzionato a farlo, un tempo, quando la dignità non si comprava per decreto: si dimetteva il resto del governo!!
Gruppo di Cooperazione e di Proposte