VENDITE DI VINO AL SUPERMERCATO IN CALO DEL 3,4%

Ott 19, 2023 | Dalla Confeuro, NEWS

Secondo l’Osservatorio Uiv-Ismea le vendite di vino nel nostro Paese sono in calo in media del 3,4%.

Il rallentamento dei consumi, già iniziato nell’anno passato si è protratto e ha registrato un lieve miglioramento nelle vendite di vino nella GDO, pur rimanendo il segno meno (le perdite sono passate da -3,9% a – 3,4%).

Per via dell’inflazione e del caro spesa il comportamento degli italiani si fa più prudente nei supermercati e i consumatori orientano i loro acquisti verso etichette più abbordabili rispetto alle più blasonate e più care.

Secondo l’Osservatorio i vini fermi segnano un -3,9% nei volumi (+2,6% i valori) mentre risale la tipologia spumanti, a +0,6% nelle quantità e a +6,2% nei valori (a 455 milioni di euro).
Gli spumanti low cost “Charmat non Prosecco” vincono la sfida con il Prosecco Doc con un volume di vendite che si attesta a 25 milioni di litri acquistati, contro i 24,8 milioni del Prosecco. Il Chianti Classico è in calo (volumi a -13,2%), il Prosecco Docg (-14,5%) entrambi cedono quote a indicazioni geografiche o vini comuni che propongono prezzi più accessibili.

Continuando la disamina delle principali tipologie di vino in calo troviamo i vini bianchi (-3%), i rosati (-3,6%) e i rossi addirittura a (-4,8%).  Il Chianti è in regressione (-4.4%), migliora leggermente la situazione del Montepulciano d’Abruzzo, che da -14% di marzo è arrivato a -9% a giugno per risalire a -6.6% di settembre. In forte discesa il Nero d’Avola siciliano, a -12%, così come i Salento Igt (-9%), i Lambruschi emiliani (-11%), le Bonarde oltrepadane (-15%) e il Verdicchio di Jesi (-18,9%). Tra i veneti, Valpolicella a -2% e Bardolino a -3.4%.

Gli unici a non risentire, al momento, di questo trend sono il Soave, il Vermentino di Sardegna, il Puglia Igp e il Cannonau in dinamica positiva (+5% +4%, +2% e +3%).

Listini alti e consumatori sempre più attenti al portafoglio rischiano di cambiare le abitudini alimentari degli italiani. Prevediamo un aumento delle esportazioni per le etichette più blasonate e un appiattimento dei consumi verso vini low cost.